martedì 27 marzo 2012

Scialuppe a mare!

...dove il mare è quello delle acque che si stanno rompendo in questo periodo tra le mie compagne di pancia. Perché molti tra bimbe e bimbi che avrebbero dovuto fare capolino nel mondo in aprile sono arrivati nelle ultime settimane. E noi che li aspettavamo come sorprese delle uova di Pasqua, ossia i nostri pancioni.

In generale, il livello di delirio tra chi resta uovo di Pasqua ambulante è alle stelle ormai. Perdite di liquido fantasmi, contrazioni preparatorie che si protraggono per tempi biblici, borse per l'ospedale pronte da mesi e ancora intonse. E c'è chi ha una gran fretta di partorire e non avverte nessun sintomo, come c'è chi non ne ha alcuna e vive con l'ansia che ogni più piccola variazione sia segnale di uno spanzamento a tradimento. 

Certo che è difficile starci dietro, in questo sprint finale. Nel giro di pochi giorni, almeno per quanto riguarda me, si sono verificati i seguenti fenomeni paranormali:
- le mie caviglie sono sparite, ossia sono un tutt'uno con il mio polpaccio che a sua volta si è gonfiato come un canotto; a ciò consegue un dolore alle gambe che neanche avessi corso la maratona
- la mia pancia è scesa tantissimo e ora finalmente quando parlo non ansimo più come una telefonista dell'144
- la parte bassa della mia schiena è letteralmente a pezzi e "non riuscire a deambulare bene non è bello", come mi ha detto ieri un fenomeno di estetista con il tono di chi sta snocciolando un'impagabile perla di saggezza.

Insomma... Sos! Scialuppe a mare! Aiutateci!

Ma il fenomeno più paranormale di tutti è che mi è passata l'ansia di sfornare il piccino. Insomma, finché ero ancora nel periodo "a rischio", sarei stata disposta a tutto pur di poter premere il tasto fast forward sul film della mia gravidanza. Adesso, invece, sono arrivata a 36+0 e mi rendo conto che il tempo è volato e mi rassicura realizzare che mancano ancora 4 settimane al termine naturale della mia vita versione panzuta. Sarà stato merito di qualche frase piazzata tra tante, ma al posto giusto, che mi ha improvvisamente portata su un ordine di idee diverso. Sarà stato anche il pensiero che queste potrebbero essere le ultime notti in cui non mi ritroverò a barcollare per il corridoio di casa con la palpebra calante, le tette sgocciolanti e i timpani forati dal pianto disperato di un piccolo grande nano. 

E' come la fine di un viaggio che si è rivelato più intenso del previsto, come la fase in cui si nota di più quello scorcio così bello a cui fino a poco prima si era data poca importanza, in cui si fanno i bagagli e ci si prepara biglietto di ritorno in tasca e si scorrono sulla macchina fotografica le foto dei giorni precedenti, con la sensazione di non essere già più lì. Come quando alla fine dell'estate si guardano gli ombrelloni chiusi sulle spiagge e ci si stringe nel golfino di cotone di cui ci si era quasi dimenticati e si pensa "...è stato bello".

Così realizzo ora che questi mesi sono sembrati lunghissimi e che ora si rivelano per quello che sono stati: un segmento di tempo nella retta della mia vita che un giorno mi sembreranno lontanissimi, sommersi da polvere, ricordi confusi, forse un po' di nostalgia per il mistero che portavano con sé e di consapevolezze raccolte solo con l'inevitabile senno di poi. 

E' un cliché, ma voglio che questa fine sia per me un nuovo inizio, di un periodo sereno, senza le paure degli ultimi mesi. Un risveglio. Adesso le contrazioni ben vengano, se è così che la natura vuole.

Mi dico che un giorno guarderò il mio nano (anzi, ora riesco a dirlo... mio figlio) e ricorderò tutto questo, come se avessi guadato un fiume di cui non pensavo avrei mai conosciuto l'altra sponda. Invece so che quando arriverà quel momento tutto questo sarà piccolissimo nei miei pensieri, perché allora ci sarà un nuovo grande pensiero nella mia mente e perché poi così tante cose si dimenticano, anche se non si vorrebbe, anche se è un peccato. 

Quindi adesso mi sforzo di riportarmi al punto in cui sono. Mi metterò i miei jeans da panzona cercando di non innervosirmi e di non pensare "non vedo l'ora di poter indossare di nuovo vestiti normali...", perché la mia pancia è qui, adesso.

A tutto il resto, come disse qualcuno, penserò domani.

giovedì 22 marzo 2012

Zac!

Ero riuscita a salvare i capelli dallo tsunami gravidico... Ed ecco qui che da oggi pomeriggio anche loro vengono travolti dalla catastrofe grazie a un parrucchiere che alla mia richiesta "Tagli solo le punte rovinate!" ha risposto tagliandomi circa 10 centimetri di capelli. Grazie amico, eh?! 


Ma perché? PERCHE'??


Ecco il perché:


E domani visita con l'anestesista e a seguire un'abnorme quantità di analisi del sangue che neanche fossi un astronauta in partenza per una missione lunare.

EPPAZIENZA!

- 33... - 33... -33... -33...

mercoledì 21 marzo 2012

La marcia dei pinguini

Non ho scritto molto in questi ultimi giorni. Anzi, non ho scritto affatto. Sono stata troppo impegnata a ricercare e a credere di riconoscere fantasintomi da spanzamento imminente

Ringrazio per il contributo all'illusione il seguente testo di medicina ayurvedica nel passaggio che provvedo certosinamente a riportare con tanto di commenti:

"Prima del parto vero e proprio, appariranno i seguenti sintomi:


1) Pallore del viso della donna incinta (Ce l'ho!)
2) Stanchezza del corpo (Ce l'ho anche questo!)
3) Una sensazione come se gli occhi si allentassero (Cosa significa? Beh, se sono stanca vuol dire che ho sonno e che sento la palpebra crollare... Vale?)
4) Una sensazione di sollievo nella tensione del torace (Ce l'ho di brutto! Incredibilmente... Respiro! Non ho più l'affanno quando parlo al telefono! Nanetto, grazie per aver premuto il tasto piano terra del tuo ascensore)
5) Una sensazione come se l'utero stesse cadendo (Uhm, no... Mi manca)
6) Pesantezza nella regione bassa dell'addome (Sì! Sì! Ma, un momento... Non è un'infezione delle vie urinarie?)
7) Dolore all'inguine, ai lombi, nella zona di reni, fianchi e schiena (Allora, da qualche giorno sento solo dolore all'inguine, ma quello alla schiena perdura da mesi e mesi... Mah, qui direi 50 e 50) 
8) Perdita dell'appetito (No, questo proprio n.p.)
9) Salivazione eccessiva (Eh, ora che ci penso, forse sì... Ma solo perché ci sto facendo caso)
10) Frequenza nella defecazione e minzione a volte involontariamente (Sì! Accolgo con somma gioia la frequenza nella defecazione, ma quella nella minzione è davvero molesta, soprattutto quando sono al supermercato e starnutendo a causa dell'aria condizionata sento perdite sinistre nelle parti basse, in seguito alle quali mi sposto imbarazzata verso il corridoio dei pannoloni Linidor)
11) Eliminazione di muco dalla vulva (Oh yes!)

Si dice che tutti questi sintomi appaiano quando il cordone ombelicale del feto insieme alla placenta cominciano a separarsi dalle pareti uterine della donna incinta. Il dolore vero del travaglio inizia subito dopo (Seeee, certo, come no...)".

Nonostante l'ottimo punteggio ottenuto con il test di cui sopra, inutile dire che sono ancora qui con il mio pancione e quindi delle due l'una: o le gravide indiane sono diverse da me o questo bambino mi sta prendendo in giro. 

Comunque è ancora presto per sfrattare il piccoletto. Oggi sono a 35+1, primo giorno del nono mese. iGoogle dice che mancano ancora 34 giorni, ma se questo è l'ultimo mese, come è possibile che un mese abbia 34 giorni? Ma allora i mesi non sono 9, ma 9 e un po'! E se poi si considerano i dieci giorni di ritardo concessi oltre la scadenza, i mesi diventano quasi 10! Anche qui, presento odore di presa per i fondelli. 

Oh porca d'una paletta. Ormai cammino lentamente, dondolandomi da destra a mancina con andatura incerta. Sembro un pinguino. Mi stanco al minimo sforzo e mugugno tutto il giorno. Più che un pinguino, forse sembro una vecchia barbogia pure un po' ubriaca.

Avrei iniziato anche il corso pre parto, ma tra meno di un'ora c'è una lezione che ho intenzione di perdermi, consapevolmente. Sono troppo stanca. Non posso pensare di raggiungere il bagno per fare pipì per la duecentesima volta, figurati trascinarmi fino all'ospedale prendendo due autobus. Che poi al corso si fanno lezioni pratiche e lezioni teoriche. Quelle teoriche sono molto interessanti (anche se qualcuno mi deve spiegare il senso della lezione "Sessualità in gravidanza" tenuta al nono mese), mentre quelle "pratiche"... Beh, il training autogeno mi fa un baffo. Io mi innervosisco e il nano anche. Lo so perché appena l'insegnante dice "Rilassatevi" lui attacca con scariche di calci su tutta la pancia. Il meglio del nostro meglio è arrivato con l'invito "Visualizzate il bambino nel vostro utero", mentre io vengo malmenata dall'interno. D'istinto, mi immaginerei un polpo pieno di tentacoli, considerato che ogni punto del mio utero vale come bersaglio. Se poi è vera la diceria per cui l'acidità di stomaco è indice di una chioma fluente del nascituro, allora io dovrei essere in attesa della reincarnazione di Bob Marley. 


Un polpo rasta che mi prende a calci la pancia. Belle immagini.



venerdì 9 marzo 2012

Segnali di cedimento psicofisico

Giunta, arrancando, all'ottavo mese di gravidanza inoltrato, scopro che faccio casino con il conto delle settimane di gestazione da 33 settimane... O 34? Insomma, io continuo a basarmi su quel che dice Santo iGoogle, e invece, se avessi fatto affidamento sulle mie doti intellettive, mi sarei aperta a piacevoli scoperte prima di essere arrivata a questo punto. 

Ricapitolando: iGoogle stamattina annuncia: "oggi sei a 33+3, ancora 46 giorni". Quindi, secondo il mio calcolo, sbagliato, dovevo essere a 33 settimane. Stamattina apro la pagina facebook del gruppo delle mamme di aprile dove un'amica, che ha il D-day pochi giorno dopo rispetto a me, si felicita per il raggiungimento delle sue 34 settimane (e poi chiede consigli su come contrastare la pubalgia). Io non voglio smontare il suo entusiasmo, ma le scrivo comunque che in realtà lei è a 33 settimane, perché so che io sono a 33 settimane pur essendo qualche giorno avanti rispetto a lei. E poi lo dice iGoogle. E INVECE NO! "Se sei a 33+3, significa che hai finito la 33a settimana e che sei nella 34esima, che si concluderà a 33+6". "Per farmi capire, all'inizio mi hanno detto che è come quando compi gli anni... Compi un anno quando il primo anno è scaduto...". O porcaccia, è vero, è ovvio! Ma perché sono così tonta?? 

Wow, ho vinto una settimana! Questo mi riempie di una gioia incontenibile. Una settimana in più o in meno che differenza fa su un arco di 9 mesi, qualcuno si chiederà. Beh, parecchia, soprattutto quando si arriva a fare sogni come il seguente.

Sono vicinissima al termine della gravidanza e sto viaggiando in treno, quando ad un certo punto svengo. Subito dopo, mi trovo in ospedale, dove un medico mi racconta quel che mi è successo e mi spiega che dovrò essere ricoverata perché il bambino è sul punto di nascere. Evvai, sììììììììì! Un'infermiera mi accompagna verso una grande camerata dove ci sono circa 20 letti a castello. Io scelgo il mio e mi parcheggio lì, fiduciosa che da un momento all'altro avrei ricevuto qualche segnale di cedimento da parte del nano. E invece non succede una beata fava. Arriva così il mio ginecologo che mi dice che non devo stare a letto, che posso alzarmi e andare in giardino. Io gli riferisco quanto mi era stato detto, ossia che avrei partorito nel giro di poco, ma lui, con tono anche un po' sarcastico: "ma dai, sei solo svenuta, qui ne hai per un altro paio di settimane e tra poco ti dimettiamo perché non serve che tu stia qui". "Noooooooooooooo", esclamo io, "tiratemi fuori questo nano, non si può proprio fare niente???". Così il ginecologo mi fissa con sguardo torvo di rimprovero, come se fossi la più degenere delle madri. Io rifaccio la mia valigia e me ne torno a casa con la coda tra la gambe, nonché il nano nel pancione.

Stanotte poi c'era anche la luna piena, o la luna nuova, non so. Mi sono ridotta a credere a queste leggende (però qualche ostetrica dice che in prossimità dei giorni di luna piena o nuova che sia il numero dei parti aumenta davvero). Ma io so che per me è presto. Cioè, non per me, per me è già fin troppo tardi, ma per il nano, dico. Lui ha ancora bisogno di qualche settimana al calduccio. Mi sento una cacca, ma io vorrei che uscisse il più presto possibile. Nano, ti concedo ancora un paio di settimane, toh, tre, ma poi hai da uscì, eh?!

E fu così, dopo mesi di riposo forzato a causa delle contrazioni, con il lettino e tutto il necessario per il piccino pronti già dal settimo mese, che la sventurata si ritrovò imbottita di sostanze allucinogene per l'induzione del parto a 41+3... No. NO.

Ieri poi era la festa della donna. A volte mi sembra che solo io tenga a questa festa. Per tutto il giorno alla tv si è parlato di violenza sulle donne, di discriminazione. Di sera, per il ciclo W le donne, c'era Nikita su qualche canale satellitare (e l'ho pure visto). Sono rimasta perplessa. Le donne non vanno festeggiate per ricordare che sono particolarmente esposte a certe sfighe, ma perché sono forti, nella sfiga e oltre la sfiga. "Le donne sono più forti e i maschi si fanno meno problemi", ho detto qualche giorno fa a una bambina di 10 anni che ha prontamente ribattuto "è vero, mi hanno detto che già nella pancia della mamma le femmine sono più forti dei maschi". Tzè, queste giovani d'oggi, quante ne sanno! Però ha ragione, pare proprio che sia così. E allora festeggiamoci per questo, perché siamo forti. E cerchiamo di insegnare ai nostri figli maschi ad amare le donne (anche se dovessero mai essere omosessuali), a rispettare e celebrare le diversità, traendone ricchezza. 

Proprio ieri mi è stato segnalato un articolo che mi ha fatto venire i brividi, quindi riporto il link (http://invisibili.corriere.it/2012/03/08/grazie-amiche-donne-invisibili/), passo e chiudo. 



lunedì 5 marzo 2012

E ora qualcosa di completamente diverso

Dopo (il primo e) l'ultimo post impegnato, ecco che ritorno alle mie solite considerazione da panzona allo stadio quasi terminale. E' quel quasi che non mi va giù: domani sono 33 settimane. Insomma, siamo in fondo, no? Certo, ma non ancora del tutto. Prima delle 37 settimane, ossia prima del giro di boa oltre il quale una nascita si considera "a termine", ce ne sono... Altre quattro! No, non ce la posso più fare. Sono impaziente. Nano, voglio conoscerti! Ma è anche che... Io rivoglio il mio corpo. Non che fosse un corpo con cui ho sempre convissuto pacificamente, anzi, ma almeno mi consentiva attività più o meno normali. Quello di cui Madre Natura mi ha dotata di recente è un corpo che oggi, fino alle ore 18.33, ora in cui scrivo, mi ha concesso questa giornata che è andata così: sveglia intorno alle ore 5 a causa di un incubo tremendo, allontanamento dal letto alle ore 11 circa per aprire la porta di casa al messo comunale su cui spenderò due parole poco avanti, ritorno nel suddetto letto dopo una ventina di minuti (senza messo comunale, sia inteso). Non è una sintesi, è tutto ciò che ho fatto. Pertanto, inizio delle normali attività quotidiane: mai pervenuto. Le cause? Un mal di schiena che neanche un ultracentenario e altre varie ed eventuali a intermittenza, quali mal di testa e nausea. Soundtrack del giorno: un certo pessimismo cosmico. Forse adesso ho anche la pancia un po' dura, ma non ci faccio neanche più caso.

Oh cielo, sto al capolinea! Raccontatemi di quella vostra amica che fino al giorno prima del parto è andata a farsi la manicure e si faceva i chilometri a piedi, così vado un attimo in bagno e inizio a insultarmi allo specchio. Io ho il fiatone pure se parlo al telefono, quindi figurati andare a piedi anche dietro l'angolo e quanto ai chilometri a piedi... Beh, fantascienza. 

Nonostante l'alienazione dalla realtà, parti di realtà che avrei fatto a meno di conoscere vengono a me, lo stesso. Dannato internet e le foto di quelle che a pochi mesi dal parto si rimettono in costume da bagno sfoggiando la pancia piatta. E' stata questa la mazzata più pesante della giornata. No, per favore, oggi ce le ho tutte. Non ho menzionato gli occhi cisposi, i capelli come Maga Magò, con la differenza che i suoi erano più puliti, l'incontinenza etc.

Comunque, il messo comunale è venuto questa mattina a comunicare che da oggi sono ufficialmente residente a Milano. Servirà ancora qualche mese prima che il cambio sia formalizzato e possa fare i documenti, ma comunque il nano alla sua nascita risulterà residente qui, con mamma e papà. E viene in mente questo sketch:


sabato 3 marzo 2012

Misoneismo: sull'epidurale

Arenata sul lettone un venerdì sera, mi scopro finalmente molto "politically correct". Finché non mollo le redini e mi lancio in rete alla spasmodica ricerca di articoli, blog, interviste e qualsiasi altra fonte affine che esprimesse ciò che il mio pensiero macina quotidianamente, senza il velo della "comprensione a tutti i costi". Vengo così risucchiata dalla lettura di un blog il cui indirizzo riporta una sola parola, semplice e diretta. Epidurale. Il tema che mi provoca stati d'animo paragonabili a una pentola a pressione, riflessioni nette come ghigliottine, ma manifestazioni esteriori moderate e volte a far credere, a me stessa e agli altri, che io sia tanto rispettosa dell'opinione altrui. False, in sostanza, disconnesse dal mio autentico ragionamento.

Mi ritrovo ben presto a contattare la curatrice del blog e a scriverle di getto un'email fiume i cui termini mi stupiscono: possibile che dentro di me vivessi con rabbia il tema del diritto negato all'epidurale e non me ne fossi mai accorta prima di quel momento? Nella mail riporto argomentazioni anti epidurale che mi hanno colpito nell'ultimo periodo, racconto della mia ricerca di una struttura ospedaliera che mi garantisse la presenza di un anestesista 24 ore su 24 in vista del mio parto, ringrazio per tutte le informazioni utili acquisite grazie alla lettura del blog. Auguro all'autrice di proseguire con successo nel suo lavoro e a noi donne di vincere un giorno la nostra "battaglia" per il parto meno doloroso. Mi sento svuotata e invio, senza neanche rileggere quello che ho scritto. Affido alla rete la trasmissione del mio pensiero e alla destinataria della mia mail le mie speranze.

La replica arriva qualche ora dopo. Paola risponde parlandomi del suo parto, dell'inizio della sua attività a favore della pratica dell'epidurale fino ad arrivare alla sue attuali iniziative. Mi insegna un termine per me nuovo: misoneismo. E' il termine con cui si indica "l'atteggiamento di disprezzo e di rifiuto nei confronti di qualsiasi novità o innovazione", come precisa Wiktionary. "Che poi vien proprio da ridere", puntualizza Paola. "La peridurale in ostetricia l'ha "inventata" un chirurgo italiano nel 1930 (tale Achille Mario Dogliotti, torinese). In America la usano sistematicamente in sala parto dagli anni '40 del secolo scorso... quindi quale novità?"

Rispondo a mio volta e realizzo la forza delle parole che le mie dita mettono giù solo dopo averle scritte: "punto di vista (il mio sull'epidurale) che per me altro non è che quello a favore delle donne, genere a cui mi vanto di appartenere, ma che mi sono augurata non fosse quello di mio figlio dal primo momento in cui ho saputo di essere incinta". Ed ecco ritornare un tema che mi è sempre stato caro: quello del corpo delle donne, che non è mai solo delle donne.

Sono passate alcune ore e sono di nuovo a letto. Il mio bambino punta i suoi piedini un po' a destra e un po' a sinistra e vedo sulla mia pancia formarsi rilievi che mi fanno sorridere e intenerire. Sto facendo una cosa bellissima, penso ogni volta che mi soffermo sui movimenti di questo essere misterioso e prezioso che vive solo di me e con me da otto mesi. E realizzo che dietro a tutto questo c'è molto, ma molto di più. C'è un mondo intero, lo stesso mondo in cui c'è chi pretende di poter dire la sua sul modo in cui io dovrò un giorno vivere il distacco da questa verità che è il corpo di mio figlio.

Questo è il link al blog di Paola: epidurale.blogspot.com. L'autorizzazione a mettere il link al suo blog sul mio viene direttamente da lei. 

Ora cliccherò su "pubblica post" senza neanche rileggermi. Per la seconda volta mollo le redini.