domenica 19 agosto 2012

Tabloid

(Premessa: questo post sarà redatto in forma sconclusionata per venire incontro ai limiti dell'app Blogger per smartphone)

Ok. Non leggo un quotidiano da mesi. A malapena riesco a seguire un telegiornale. Eppure tengo sempre la tv accesa durante i miei pasti solinghi da neomamma, quelli che vengono costantemente disturbati da cigolii o altre lamentele nanesche (sempre che vengano consumati). Ho un libro sul comodino da settimane - "Le correzioni" di Franzen - e da tempo immemore sono sono ferma a pagina 50. Non so, è come un blocco del mio cervello: non riesco a distrarmi dal pensiero del nano. Onestamente non so perché e non so spiegarlo meglio di così.

Stamattina peró ho finalmente preso in mano una rivista, più o meno seria a seconda dei punti di vista. Dal mio attuale, si tratta senz'altro di una pubblicazione di un certo spessore culturale. Sono stata fortunata, perché un articolo ha subito catturato la mia attenzione e quindi ne riporto brevi passaggi. Iniziava così:
"Nel luglio 2001 - proprio nei giorni del G8 di Genova - Jacques Charles, direttore del Tesoro della Guyana francese, salpava su un battello dalla capitale Cayenne alla volta di
Maripasoula per imbarcarsi per imbarcarsi sul fiume Maroni e raggiungere, dopo 300 km e cinque giorni di navigazione in piroga, il villaggio di Elahé. Doveva annunciare agli abitanti la grande novità. Il franco sarebbe andato fuori corso. La nuova moneta era l'euro".
E continuava:
"... A Maripasoula fu installato perfino un bancomat"
Infine:
"Poi prendo una banconota da 50 euro e guardo l'Europa. Sulla sinistra, proprio di fianco alla scritta in greco "euro", c'é una macchiolina, fateci caso. È la Guyana".
L'ho fatto anche io, é vero!

Insomma, alla fine basta poco per riconnettersi con il mondo esterno. Io al momento più che di marche di ciucci e catene di abbigliamento per bambini da tenere a mente in stagione di saldi non mi intendo. È un peccato. Soprattutto se, oltre a dispensare chicche di cultura come quella di cui sopra, un articolo può far girare gli ingranaggi del cervello e del cuore.

Mi è capitato con un articolo a tratti buffo, a tratti amaro, a tratti liberatorio di un certo Alain de Botton sul tema dell'infedeltà.

Così scrive l'autore:

"... Senza pregiudizi, vedere il matrimonio come la risposta perfetta a tutte le nostre aspettative in termini di amore, sesso e famiglia è ingenuo e fuorviante, così come lo è credere che l'adulterio possa essere l'antidoto efficace per le delusioni del matrimonio..."

"Quale atteggiamento mentale piu realistico dovremmo dunque assumere in un matrimonio? Di quale tipo di promesse abbiamo bisogno? Certamente, ci vorrebbe qualcosa di molto piu cauto e rilassato dei soliti luoghi comuni, come: "Prometto di essere deluso da te e da te soltanto. Prometto di fare di te l'unico depositario dei miei rimpianti, invece di distribuirli ampiamente in molteplici avventure e in una vita sessuale da Don Giovanni. Ho preso in considerazione tutte le possibilità di infelicita ed è a te che ho deciso di legarmi". È questo tipo di promesse generosamente pessimistiche e gentilmente non romantiche che le coppie dovrebbero farsi sull'altare. Dopo di che, un'avventura sarebbe solo il tradimento di un reciproco impegno a essere delusi in un certo modo, non di una speranza irrealistica".

"Quando diventiamo adulti, la maggior parte di noi ha un rispetto intuitivo nei confronti dell'idea di un matrimonio basato sull'amore. Tuttavia, invecchiando, cominciamo in genere a chiederci se tutta questa storia non sia altro che una fantasia sognata qualche centinaio di anni fa da un gruppo di autori e di poeti dallo spirito adolescenziale. Una simile rivalutazione può essere provocata dalla consapevolezza di quanto possano essere caotici e ingannevoli i nostri sentimenti"

"Troppa gente inizia una relazione mettendo l'enfasi morale nel posto sbagliato, deridendo in modo compiaciuto il desiderio di una scappatella come se fosse qualcosa di disgustoso e impensabile. In realtà è la capacita di restare che è al tempo stesso ammirevole e degna di rispetto, benché sia troppo spesso data per scontata e considerata come una cosa normale."

"Se a un partner accadesse di fare un passo falso, l'altro potrebbe rinunciare al proprio furore abbandonandosi alla stupita meraviglia di quanto a lungo siano riusciti a mantenere la fedeltà e la calma contro ogni probabilità".

Come diceva qualcuno, la mente è come un paracadute: funziona solo se si apre.

giovedì 9 agosto 2012

Ricomincio da tre

Tre come i mesi che ha oggi Alessandro, che sono poi anche i miei mesi di latitanza dal blog. Perché non ho più scritto? Mah, perché sono stata travolta da un vortice di pozioni magiche a base di latte in polvere che mi hanno resa ogni giorno più simile a Maga Magò, delusioni da pannolino pulito quando invece si sperava nell'esplosione atomica dopo ore spinte e cigolii, esultanze da pannolino che a buttarlo nella spazzatura condominiale bisognava chiedere il porto d'armi... E via discorrendo. Chi è mamma, lo sa. Chi non lo è... Beh, ascolti i racconti delle mamme sopravvissute ai primi mesi di vita dei figli e poi ci pensi due volte prima di dire "le mamme non sono poi più impegnate delle donne senza figli che lavorano". Ditelo a una mamma che a mezzogiorno circola ancora per la casa in pigiama con un'alitosi da far rimpiangere la fogna di Calcutta, e non perché la sera prima si è presa una sbronza, o che per ore ha stretto le gambe per tenersi la pipì, e non perché è in giro per saldi... La violenza della sua reazione sarà pari al livello di stupidità della vostra affermazione.

Che poi non è che superati i primi mesi le cose si semplificano. Passate le notti a ciondolare per il corridoio di casa dirette a occhi mezzi chiusi verso la camera in cui il nano ha deciso di far suonare la sveglia a orari del tutto casuali causa fame, arrivano quelle in cui non basta più un biberon a placare l'ira funesta del piccolo grande dittatore perché poi è il turno dei dentini. E superate quelle, arriveranno altre notti in cui il bimbetto, ormai semovente, con le sue gambette arriverà da solo al lettone e fino al mattino dormirà attaccato ai capelli della mamma e ai peli del petto del papà, che perderanno così ogni parvenza di coppiainnamorataogninottedormiamoabbracciati di qualche anno prima. E poi ci saranno le notti sveglie ad aspettare di sentire le chiavi girare nella toppa perché nel frattempo il nanetto è diventato grande e uscirà il sabato sera... Oh cielo, no! Ok ok, viva le occhiaie da biberon notturno. 

Tre sono anche i giri dell'equatore che ho percorso a piedi con tanto di nano a rotelle quando di stare tranquillo in casa non ne voleva neanche sentir parlare. Almeno ho smaltito quei tre quintali accumulati in gravidanza. 

Tre poi sono le parti di cui è composto quell'aggeggio diabolico che è il trio, prontamente rinominato trio logorio. Carrozzina, ovetto e passeggino. Oggi finalmente il passeggino è stato recuperato dal garage in cui era stato riposto mesi fa in attesa di questo giorno solenne. Ed ecco che però per qualche ragione insondabile l'ovetto non si stacca dal telaio, fattaccio verificatosi per ora solo due volte. La prima nel parcheggio dell'Ikea, dove poi per disperazione ho infilato tutto il bestione telaio+ovetto nel bagagliaio della macchina abbassando i sedili posteriori (e meno male che il seggiolino per il trasporto del nano era già montato al suo posto). La seconda, oggi. Riusciremo mai a passare alla fase 3 del trio logorio, l'ultima e definitiva? 

E tre sono le volte in cui ho dato a fuoco la casa. Almeno, così sembrava dal di fuori. Basta lasciare sul fuoco un pentolino pieno d'acqua con un biberon al suo interno con lo scopo di sterilizzarlo e poi uscire, dimenticandosene: al ritorno si troverà il biberon squagliato, il pentolino da buttare e un odoraccio di bruciato che passerà solo lasciando le finestre aperte per almeno 12 ore. Oppure si può anche mettere lo sterilizzatore da microonde nel forno e accendere quest'ultimo non con la funzione microonde, ma ventilato, senza pensare allo sterilizzatore al suo interno. Provare per credere, per esperienza personale assicuro che funziona. 

In conseguenza di quanto sopra illustrato, tre sono le incombenze extra-nano di cui non mi sono dimenticata tra le 13762974635 che in questi mesi ho cercato invano di ricordare. Quindi, per esempio, da ieri la tv non funziona e da ieri mi viene in mente che devo chiamare il servizio clienti per l'assistenza solo in momenti in cui non posso telefonare. E poi sono sicura che tra poco uscirò dimenticandomi di cambiare la maglietta bianca che ho indosso che è zozza di salsa di pomodoro, visto che oggi ho pranzato con nano in braccio e non è che in quei momenti riesci anche a stare attenta a non sporcarti. Fosse solo sporca di qualche traccia di rigurgito... Regola di sopravvivenza n.1: il vestito con una sola macchia di latte è da considerarsi pulita e non richiede un cambio immediato, con più macchie... Beh, dipende da dove si deve andare. Insomma, la mia memoria in questo periodo fa schifo

Ho consultato altre mamme sull'argomento e per mia fortuna mi è stato confermato che è normale. Si salvi chi può!!