I miei sogni sul parto diventano sempre più frequenti con il passare delle settimane.
Nel sogno di stanotte, mi trovo in sala travaglio, pronta a dare alla luce il mio bambino. Nel momento in cui dovrebbe vedersi la scena della nascita, ecco che il mio cervello va in blackout. Manca la sceneggiatura... C'è un taglio cesareo del film proprio in quel punto! Nella scena immediatamente successiva, stringo tra le braccia un bambino, che però ha il viso del figlio di una mia conoscente. Io dico ai medici: "Questo non è mio figlio! E' Simone!", mentre i medici cercano di convincermi del contrario e di farmi sentire felice. Arriva anche il punto in cui devo allattare questo bambino, che io però non riconosco come mio: il tutto genera in me mille contraddizioni da cui non riesco a venire a capo se non al risveglio.
Freud direbbe: smetti di leggere tutte le testimonianze di donne che hanno digerito male dal punto di vista psicologico la nascita del proprio figlio per mezzo di un taglio cesareo indesiderato.
Qualche notte fa, ho sognato invece di presentarmi all'accettazione dell'ospedale per un parto indotto. Vedo chiaramente tutta la trafila "burocratica" del caso: l'ostetrica e il ginecologo che studiano la mia cartella clinica, la stessa ostetrica che mi accompagna nella stanza in cui avrei partorito, dove vengo aiutata a spogliarmi e a cambiarmi. Arriva finalmente il momento della nascita e... TAC, la pellicola è tagliata anche qui! E manca addirittura il dopo!
Elio e le storie tese direbbero: ma che storie ti fai?
Mi viene in mente ancora un altro sogno di qualche settimana fa in cui sono sempre in sala parto, dove un medico sopraggiunge per somministrarmi un'anestesia: "Signorina, ora si addormenterà e al suo risveglio conoscerà il suo bambino". Io mi addormento beata e fiduciosa. Si ripete anche qui il solito buco nero del solito film. Una volta tornata cosciente, esco dall'ospedale con una cesta di vimini dentro alla quale porto il mio bambino. Una parte di me è delusa perché non è rimasto nessun ricordo del momento della nascita del piccolo, ma un'altra, più forte, è immensamente orgogliosa e mostra a tutto il mondo la creatura.
Io mi dico: la sera non devi mangiare pesante.
In realtà, intuisco che questi sogni non sono da interpretare alla lettera. Sono certa che esprimono parti della psiche che non si legano necessariamente al parto, ma a ciò che il parto stesso e la gravidanza simboleggiano: dolore, distacco, novità, attesa, cambiamento, crescita. E mi viene in mente anche la parola "liberazione", per associazione di idee. Quante esperienze, quanti pensieri si collegano a ciascuno di questi termini? Cosa ci dice la mente attraverso la metafora della gravidanza?
Insomma, il materiale onirico è sempre interessante e non è mai esaminato abbastanza, se non si è indotti a farlo. Certo la gravidanza è un fenomeno unico: fisico e mentale nel modo più profondo. Si dice che i sogni delle donne incinte sono sempre più vividi, che il loro cervello di notte è più vivace: posso confermare che è così, i sogni che mi sono venuti in mente adesso sono solo alcuni di quelli che ricorderò di questo periodo. Chiedete ad altre donne in attesa (qualcuna racconterà anche sogni a luci rossissime!).
Forse la mente vuole prepararci a vivere l'esperienza più radicale della vita, quale è quella della maternità, lanciandoci "un amo", attraverso i sogni, per "ripescare" pensieri, paure, aspettative importanti? Che i sogni siano una "guida" per guardarsi dentro per arrivare più pronte alla nostra stessa nascita come madri? Io dico di sì.
Lascio che la mente corra veloce, non provo neanche ad afferrarla. Mi abbandono al mio corpo che cambia e ai miei pensieri, sempre più chiari, e mi godo questa giornata di questo inverno panzuto.
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