venerdì 9 marzo 2012

Segnali di cedimento psicofisico

Giunta, arrancando, all'ottavo mese di gravidanza inoltrato, scopro che faccio casino con il conto delle settimane di gestazione da 33 settimane... O 34? Insomma, io continuo a basarmi su quel che dice Santo iGoogle, e invece, se avessi fatto affidamento sulle mie doti intellettive, mi sarei aperta a piacevoli scoperte prima di essere arrivata a questo punto. 

Ricapitolando: iGoogle stamattina annuncia: "oggi sei a 33+3, ancora 46 giorni". Quindi, secondo il mio calcolo, sbagliato, dovevo essere a 33 settimane. Stamattina apro la pagina facebook del gruppo delle mamme di aprile dove un'amica, che ha il D-day pochi giorno dopo rispetto a me, si felicita per il raggiungimento delle sue 34 settimane (e poi chiede consigli su come contrastare la pubalgia). Io non voglio smontare il suo entusiasmo, ma le scrivo comunque che in realtà lei è a 33 settimane, perché so che io sono a 33 settimane pur essendo qualche giorno avanti rispetto a lei. E poi lo dice iGoogle. E INVECE NO! "Se sei a 33+3, significa che hai finito la 33a settimana e che sei nella 34esima, che si concluderà a 33+6". "Per farmi capire, all'inizio mi hanno detto che è come quando compi gli anni... Compi un anno quando il primo anno è scaduto...". O porcaccia, è vero, è ovvio! Ma perché sono così tonta?? 

Wow, ho vinto una settimana! Questo mi riempie di una gioia incontenibile. Una settimana in più o in meno che differenza fa su un arco di 9 mesi, qualcuno si chiederà. Beh, parecchia, soprattutto quando si arriva a fare sogni come il seguente.

Sono vicinissima al termine della gravidanza e sto viaggiando in treno, quando ad un certo punto svengo. Subito dopo, mi trovo in ospedale, dove un medico mi racconta quel che mi è successo e mi spiega che dovrò essere ricoverata perché il bambino è sul punto di nascere. Evvai, sììììììììì! Un'infermiera mi accompagna verso una grande camerata dove ci sono circa 20 letti a castello. Io scelgo il mio e mi parcheggio lì, fiduciosa che da un momento all'altro avrei ricevuto qualche segnale di cedimento da parte del nano. E invece non succede una beata fava. Arriva così il mio ginecologo che mi dice che non devo stare a letto, che posso alzarmi e andare in giardino. Io gli riferisco quanto mi era stato detto, ossia che avrei partorito nel giro di poco, ma lui, con tono anche un po' sarcastico: "ma dai, sei solo svenuta, qui ne hai per un altro paio di settimane e tra poco ti dimettiamo perché non serve che tu stia qui". "Noooooooooooooo", esclamo io, "tiratemi fuori questo nano, non si può proprio fare niente???". Così il ginecologo mi fissa con sguardo torvo di rimprovero, come se fossi la più degenere delle madri. Io rifaccio la mia valigia e me ne torno a casa con la coda tra la gambe, nonché il nano nel pancione.

Stanotte poi c'era anche la luna piena, o la luna nuova, non so. Mi sono ridotta a credere a queste leggende (però qualche ostetrica dice che in prossimità dei giorni di luna piena o nuova che sia il numero dei parti aumenta davvero). Ma io so che per me è presto. Cioè, non per me, per me è già fin troppo tardi, ma per il nano, dico. Lui ha ancora bisogno di qualche settimana al calduccio. Mi sento una cacca, ma io vorrei che uscisse il più presto possibile. Nano, ti concedo ancora un paio di settimane, toh, tre, ma poi hai da uscì, eh?!

E fu così, dopo mesi di riposo forzato a causa delle contrazioni, con il lettino e tutto il necessario per il piccino pronti già dal settimo mese, che la sventurata si ritrovò imbottita di sostanze allucinogene per l'induzione del parto a 41+3... No. NO.

Ieri poi era la festa della donna. A volte mi sembra che solo io tenga a questa festa. Per tutto il giorno alla tv si è parlato di violenza sulle donne, di discriminazione. Di sera, per il ciclo W le donne, c'era Nikita su qualche canale satellitare (e l'ho pure visto). Sono rimasta perplessa. Le donne non vanno festeggiate per ricordare che sono particolarmente esposte a certe sfighe, ma perché sono forti, nella sfiga e oltre la sfiga. "Le donne sono più forti e i maschi si fanno meno problemi", ho detto qualche giorno fa a una bambina di 10 anni che ha prontamente ribattuto "è vero, mi hanno detto che già nella pancia della mamma le femmine sono più forti dei maschi". Tzè, queste giovani d'oggi, quante ne sanno! Però ha ragione, pare proprio che sia così. E allora festeggiamoci per questo, perché siamo forti. E cerchiamo di insegnare ai nostri figli maschi ad amare le donne (anche se dovessero mai essere omosessuali), a rispettare e celebrare le diversità, traendone ricchezza. 

Proprio ieri mi è stato segnalato un articolo che mi ha fatto venire i brividi, quindi riporto il link (http://invisibili.corriere.it/2012/03/08/grazie-amiche-donne-invisibili/), passo e chiudo. 



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