domenica 29 gennaio 2012

A piedi nudi nel parco (Sempione)

Decalogo d'attacco pro endorfine per donne panzone:

1. Intanto è importante che sia domenica, o comunque un giorno di festa.

2. Non avere il fiato della sveglia sul collo.

3. Trasformarsi in uno dei Teletubbies e molestare il proprio partner finché non risponde all'appello "Tante coccole!"

4. Alzarsi dal letto di slancio.

5. Mettersi sotto la doccia e procedere in quest'ordine: bagnarsi con acqua calda, cospargersi di bagnoschiuma energizzante (al the verde, per esempio), sciacquarsi con acqua calda, cospargersi di olio idratante (se possibile, tonificante a sua volta, come quello alle erbe che mi è stato regalato qualche settimana fa e dal quale sto sviluppando una forma di dipendenza che mi fa dedurre che le suddette erbe siano allucinogene) come se ci si dovesse friggere in padella e terminare con un bel getto di acqua gelida su tutto il corpo (so che tutto ciò somiglia a un allenamento stile marines, ma garantisco che il beneficio a lungo termine è infinitamente superiore rispetto allo shock termico del breve termine).

6. Prepararsi per uscire: si va a camminare nel parco, possibilmente con un buon compagno di passeggiata. 

7. Al parco Sempione: si respira a pieni polmoni l'aria inquinata della città, ma si impegnano le proprie doti zen per rendersi comunque consapevoli della bellezza del proprio gesto atletico, nonostante i piedi da papera e la testa del tuo piccino che preme sulla vescica, del benessere che questo procura, della piacevolezza della compagnia se non si è sole, "dell'urbanità" del luogo che fa sentire parte del flusso della vita, tra palazzi e persone.

8. Ripararsi nel trendissimo bookstore della Triennale: fingere di apprezzare ogni volume sull'architettura e sul design anche se non si apprezza il valore di ognuno. Ricordarsi della massima regalata poco tempo fa da una signora incrociata per strada: se capisci cos'è è una sedia, se non lo capisce è design. Sfogliare a caso qualche libro, limitandosi, se è il caso, a osservare le figure nei libri per bambini.

9. Avere la fortuna di trovare un tavolino libero per il pranzo nel caffè della Triennale e godersi un buon piatto caldo (e un bicchiere di vino: uno ogni tanto è concesso, fa bene al cuore).

10. Dimenticare il cappello in bagno, lasciar scivolare a terra il telefonino che si decomporrà in ogni sua parte e dimenticare aperta la borsa contenente la macchina fotografica che ben presto seguirà la sorte del telefonino: avere la fortuna di ritrovare il cappello, riuscire a ricostruire telefonino e macchina fotografica e avere il piacere di constatare che nessun oggetto ha riportato danni permanenti, se non la propria psiche provata da 7 mesi di stato interessante.

venerdì 27 gennaio 2012

Una di quelle giornate in cui non gira niente (ma girano le...)

Voto O spaccato alle mie endorfine in quanto assenti ingiustificate. Si addebita a ciò la mia pessima performance odierna tra il letto da cui non riuscivo ad alzarmi, i capelli bagnati che ho asciugato come è capitato che neanche Tina Turner, la lavastoviglie che non avevo voglia di scaricare e il bucato che non mi andava di stendere.

Voto 10 a questo elenco che ha compensato la situazione di cui sopra, alla donna che lo ha ideato e a quella che lo ha postato sulla bacheca del gruppo delle mamme di aprile (di eventuali diritti di autore, francamente, me ne infischio: non basta che dica che quel che segue non è farina del mio sacco?):




Differenze tra primo, secondo e terzo figlio

I tuoi vestiti:
1 figlio:cominci a mettere i vestiti premaman appena il gine ha confermato la gravidanza
2 figlio: cerchi di mettere i vestiti normali x piu' tempo possibile
3 figlio:i vestiti premaman sono i tuoi vestiti normali

Preparazione al parto
1 figlio:Impari subito le diverse tecniche di respirazione
2 figlio:non cerchi di ricordare le tecniche di respirazione tanto non hanno funzionato la prima volta
3 figlio:chiedi l'epidurale all'8 mese

Il corredino
1 figlio:lavi tutti i vestitini da neonato mettendoli tutti pioegati in ordine di colore nei cassetti
2 figlio:controli che i vestiti siano puliti e butti via solo quelli stramacchiati
3 figlio:i maschi possono mettere il rosa vero?

Preoccupazioni
1 figlio:al primo segno di pianto tiri su il bambino
2 figlio:tiri su il bambino solo quando minaccia di svegliare il primo
3 figlio:insegni al primo come far partire la sdraietta vibrante

Ciuccio
1 figlio:se cade il ciuccio lo metti via finche' non arrivi a casa x sterilizzarlo
2 figlio:se cade il ciuccio lo sciacqui con il succo nel biberon
3 figlio:lo strofini sulla maglietta e glielo rimetti in bocca

Pannolini
1 figlio:cambi il pannolino ogni ora anche se non ce n'e' bisogno
2 figlio:cambi il pannolino ogni 2 o 3 ore
3 figlio:cerchi di cambiare il pannolino prima che la gente si lamenti dell'odore e lo vedi che ormai e' arrivato alle ginocchia

Uscire da soli
1 figlio:la prima volta chiami a casa almeno 5 volte
2 figlio:poco prima di uscire ti ricordi di lasciare un numero di tel dove ti possono trovare
3 figlio:chiedi alla babysitter di chiamarti solo se vede sangue

A casa
1 figlio:passi la maggior parte della gionata fissando il bambino
2 figlio:passi un po' della giornata controllando che il primo non sta picchiando il secondo
3 figlio:passi un po' della giornata a nasconderti dai tuoi figli

Apprensione
1 figlio:quando il primo inghiotte una moneta corri al ps e insisti x fare la radiografia
2 figlio:quando il secondo inghiotte una moneta stai attenta che esca prima o poi
3 figlio:quando il terzo inghiotte una moneta gliela decurti dalla paghetta

Voto 11 al ghiacciolo al limone scartato da una signora che, alla fermata del bus, coperta come se fosse in partenza per una missione polare, ha imprecato contro lo sciopero rivolgendosi alla sottoscritta in spagnolo.

Voto 12, sulla fiducia che so essere molto ben riposta, alla cena di stasera da Seven!

giovedì 26 gennaio 2012

Oṃ!

Sono appena rientrata in casa dopo essere rimasta chiusa fuori con l'elettricista che invece di accostare la porta se l'è chiusa alle spalle. Tutto questo è stato causato dalla necessità di chiedere ai vicini una scaletta in prestito. Non solo ero senza chiavi, ma anche senza telefono e senza soldi. E il portinaio proprio oggi doveva prendere il pomeriggio di permesso? Al danno si è rimediato con un caffè macchiato caldo gentilmente offertomi in un bar vicino a casa dove ci siamo riparati finché non è sopraggiunto il boss dei lavori (sconvolto dall'accaduto) munito di chiavi come un vero salvatore della patria. L'elettricista mi ha anche intrattenuta mettendomi a parte di alcuni indecenti dettagli sulla sua vita privata. Per un attimo ho creduto di essere su Candid Camera

Ah, dimenticavo: ero anche senza giacca. Fortunatamente ciò non ha costituito un problema dato che la gravidanza mi sta regalando potenti vampate di calore, nonché una pancia caldissima quanto una pietra ollare su cui potrei senz'altro provare a cuocere qualche bistecca per risparmiare sul gas.

Ma era destino che oggi dovessi darmi al vagabondaggio. E pensare che per essere puntuale all'appuntamento con la mia dolce metà a mezzodì in Piazza Missori per tornare insieme a casa per pranzo, mi sono trattenuta alla California Bakery molto meno di quanto il luogo e le sue prelibatezze avrebbero meritato. Chi poteva schiodarmi da lì? Un latte macchiato, il portatile e la connessione internet senza fili del locale, un tavolino di marmo che non aspettava che me (e un bancone pieno di dolci)... E invece dalle 12 alle 12.40 ho errato per le vicinanze aspettando un messaggio di conferma dell'appuntamento, pervenuto troppo tardi, ossia quando mi ero già messa sulla via di casa, raggiunta prendendo tutte e tre le linee della metropolitana e un autobus. Lui era rimasto inguaiato in una riunione con l'orologio fermo e io ho messo la mia pancia a rischio spappolamento per ben 4 tragitti. 

La morale della favola è: dal settimo mese di gravidanza è bene evitare mezzi pubblici affollati dove tutti quelli comodamente seduti si accorgono benissimo della protuberanza sotto al tuo cappotto, ma fanno finta che sia solo la tua sciarpa che si è un po' ammucchiata pur di non alzare le chiappe per cederti il posto.

Ho comunque utilmente impiegato quei 40 minuti: ho comprato un termometro digitale adatto anche per i neonati, visto che quello di mercurio è finito in mille pallini sul pavimento della cucina questa mattina, e un libro a metà prezzo. E poi tra i palazzi di una traversa della strada principale si vedevano le guglie del Duomo, mentre in primo piano faceva bella mostra di sé una chiesa antica che contrastava con la grande insegna al neon di un ristorante cinese. Ho messo un sassolino sul piatto che fa pendere la bilancia del mio rapporto di amore ed odio con Milano verso la parte dell'"amo".

Avrei potuto impiegare ancor più utilmente (in quanto a shopping, si intende) anche il mio tempo alla California Bakery: connessa al gruppo delle mammine di aprile virtuali, vedo che una delle mie compagne di pancia sta segnalando la vendita speciale online degli articoli di puericultura di Naf Naf! Mannaggia a me e ai saldi in rete. Mi prudevano la mani per la tentazione di far finalmente mia quella culla così bella e così a buon prezzo che già mi ero fatta scappare ad un'altra vendita. No, non vado neanche a vedere la pagina... Ok, dai, un'occhiatina  veloce tanto per vedere cosa c'è e poi passo in rassegna i siti dei quotidiani, il che è molto più serio, suvvia, è facile... Arrivo sul sito, la culla c'è! Oṃ oṃ oooooooṃ! Mi sono dovuta trasformare nel Dalai Lama per non cliccare su "acquista". Spero che nel frattempo le culle siano andate tutte vendute, così non ci penso più.

Ad ogni modo, come preannunciato, stamattina è stato messo nero su bianco che il mio pancione è temporaneamente ceduto in affitto ad un inquilino e che la mia dolce metà ed io saremo coloro che si prenderanno cura di quest'ultimo una volta eseguito lo sfratto. E' ufficiale: siamo genitori.

E' stato anche un po' emozionante. Prima ho preso visione del mio certificato di nascita: riporta la data esatta della mia nascita, il nome dell'ostetrica che ha assistito al parto e dei testimoni che hanno presenziato alla dichiarazione della mia venuta al mondo. Ammetto di aver provato un moto di tenerezza in quel momento. Anche io sono stata attesa, amata già quando ancora non c'ero e la mia nascita è stato un momento felice per chi ha desiderato tanto e tanto a lungo di poterlo vivere. Ho pensato ai miei genitori che redigevano quell'atto, come me questa mattina.

"...In seguito alla loro unione naturale..."
"...La predetta ha concepito un figlio che sin da ora essi riconoscono come proprio..."

Da oggi la mia dolce metà ed io siamo uniti nel sacro vincolo del..la genitorialità (ma non abbiamo una culla in cui sistemare la creatura del cui accudimento ci siamo presi la responsabilità... Oooooooooooṃ!!!).



mercoledì 25 gennaio 2012

Sì, lo voglio!

Buone notizie: mi sono riempita la testa di nozioni giuridiche, appese nel cervello a forza come post it con poca colla sul lato adesivo, e scopro su un forum sulla gravidanza i fondamentali della tutela messa a disposizione dalla legge a favore delle "peccatrici", quelle come me. Quelle che non sono unite con il sacro vincolo del matrimonio all'uomo da cui aspettano un figlio. 

Così recita il primo comma dell'articolo 254 del nostro codice civile:

"Il riconoscimento del figlio naturale è fatto nell`atto di nascita, oppure con una apposita dichiarazione, posteriore alla nascita o al concepimento, davanti ad un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento, qualunque sia la forma di questo"

La legge ci tende una mano? Stringiamola! Domani la mia dolce metà ed io andremo in Comune a pre riconoscere solennemente la creatura che porto in grembo come figlio di entrambi.

Perché?

Perché mettiamo che il mio adorato lui venga rapito dagli alieni o, come è più probabile, circuito e ipnotizzato da una ballerina lituana, prima dell'arrivo del bimbo: ecco, in queste eventualità il mio piccino non potrebbe risultare come il figlio di colui che in realtà è il suo padre biologico, perché la legge non ha mezzi per sapere chi è il padre di mio figlio. Questo perché la dolce metà ed io non siamo sposati: se lo fossimo, per la legge un bambino uscito dalla mia pancia sarebbe automaticamente considerato figlio di mio marito, anche se il padre biologico del bambino fosse di fatto l'idraulico o un cantante di colore conosciuto per caso in un night club, come nella migliore tradizione di Beautiful.

E poi perché dopo il parto potrebbe succedermi ogni cosa, anche cadere vittima di uno stato di trance per cui mi convinco di essere la reincarnazione di Bing Crosby e di non potermi alzare dal letto dell'ospedale in piena estasi creativa. Ebbene, nella mia incresciosa situazione, solo io posso denunciare la nascita di mio figlio e non posso delegare a nessuno l'incombenza di farlo: con il pre riconoscimento, la mia dolce metà riconosce il figlio come suo ed è autorizzato, come padre a tutti gli effetti, ad occuparsi della burocrazia indispensabile dopo la nascita del bambino, al posto mio.

Se la mia dolce metà ed io saremo sani, salvi e, soprattutto insieme, al momento della nascita andremo nell'apposito ufficio dell'ospedale a denunciare la venuta al mondo della nostra creatura e a riconoscerla come tale. In questo caso, festa finita, il pre riconoscimento non sarà servito a niente. Ma se così non potesse essere, pensiamo a essere tutelati e tutelare in primo luogo il nostro bambino. 

Mettiamola sul ridere, ma, se per una volta la legge ci può aiutare a ridere bene, accettiamola, come nostra legittima sposa.

Un giorno ci sposeremo, ma poco importa. Abbiamo la pagnotta nel forno e non c'è vincolo né giuridico né di amore più profondo di quello che ci ha portati a farlo e ad esserne felici ogni giorno. Finché morte non ci separi.

martedì 24 gennaio 2012

I sogni son desideri... Ma de che?

I miei sogni sul parto diventano sempre più frequenti con il passare delle settimane.

Nel sogno di stanotte, mi trovo in sala travaglio, pronta a dare alla luce il mio bambino. Nel momento in cui dovrebbe vedersi la scena della nascita, ecco che il mio cervello va in blackout. Manca la sceneggiatura... C'è un taglio cesareo del film proprio in quel punto! Nella scena immediatamente successiva, stringo tra le braccia un bambino, che però ha il viso del figlio di una mia conoscente. Io dico ai medici: "Questo non è mio figlio! E' Simone!", mentre i medici cercano di convincermi del contrario e di farmi sentire felice. Arriva anche il punto in cui devo allattare questo bambino, che io però non riconosco come mio: il tutto genera in me mille contraddizioni da cui non riesco a venire a capo se non al risveglio.

Freud direbbe: smetti di leggere tutte le testimonianze di donne che hanno digerito male dal punto di vista psicologico la nascita del proprio figlio per mezzo di un taglio cesareo indesiderato.

Qualche notte fa, ho sognato invece di presentarmi all'accettazione dell'ospedale per un parto indotto. Vedo chiaramente tutta la trafila "burocratica" del caso: l'ostetrica e il  ginecologo che studiano la mia cartella clinica, la stessa ostetrica che mi accompagna nella stanza in cui avrei partorito, dove vengo aiutata a spogliarmi e a cambiarmi. Arriva finalmente il momento della nascita e... TAC, la pellicola è tagliata anche qui! E manca addirittura il dopo!

Elio e le storie tese direbbero: ma che storie ti fai?

Mi viene in mente ancora un altro sogno di qualche settimana fa in cui sono sempre in sala parto, dove un medico sopraggiunge per somministrarmi un'anestesia: "Signorina, ora si addormenterà e al suo risveglio conoscerà il suo bambino". Io mi addormento beata e fiduciosa. Si ripete anche qui il solito buco nero del solito film. Una volta tornata cosciente, esco dall'ospedale con una cesta di vimini dentro alla quale porto il mio bambino. Una parte di me è delusa perché non è rimasto nessun ricordo del momento della nascita del piccolo, ma un'altra, più forte, è immensamente orgogliosa e mostra a tutto il mondo la creatura.

Io mi dico: la sera non devi mangiare pesante.

In realtà, intuisco che questi sogni non sono da interpretare alla lettera. Sono certa che esprimono parti della psiche che non si legano necessariamente al parto, ma a ciò che il parto stesso e la gravidanza simboleggiano: dolore, distacco, novità, attesa, cambiamento, crescita. E mi viene in mente anche la parola "liberazione", per associazione di idee. Quante esperienze, quanti pensieri si collegano a ciascuno di questi termini? Cosa ci dice la mente attraverso la metafora della gravidanza?

Insomma, il materiale onirico è sempre interessante e non è mai esaminato abbastanza, se non si è indotti a farlo. Certo la gravidanza è un fenomeno unico: fisico e mentale nel modo più profondo. Si dice che i sogni delle donne incinte sono sempre più vividi, che il loro cervello di notte è più vivace: posso confermare che è così, i sogni che mi sono venuti in mente adesso sono solo alcuni di quelli che ricorderò di questo periodo. Chiedete ad altre donne in attesa (qualcuna racconterà anche sogni a luci rossissime!).

Forse la mente vuole prepararci a vivere l'esperienza più radicale della vita, quale è quella della maternità, lanciandoci "un amo", attraverso i sogni, per "ripescare" pensieri, paure, aspettative importanti? Che i sogni siano una "guida" per guardarsi dentro per arrivare più pronte alla nostra stessa nascita come madri? Io dico di sì.

Lascio che la mente corra veloce, non provo neanche ad afferrarla. Mi abbandono al mio corpo che cambia e ai miei pensieri, sempre più chiari, e mi godo questa giornata di questo inverno panzuto.

lunedì 23 gennaio 2012

- 3 mesi!!


Mi rendo conto che sto iniziando a pensare al parto. Fino a poco tempo fa, alle panzone che dicevano di non voler sentire parlare di parti rispondevo: "Sì, ma, il parto è quello che è, lo sappiamo tutti... Cosa cambia sentirne parlare?". Ecco, oggi mi sono resa conto che quelle stesse panzone avranno interiormente commentato con un bel "'sti ca...?!". 

Proprio oggi stavo leggendo su un libro un capitolo sul parto suddiviso in parte teorica e parte pratica, ossia: prima sono descritti sia ciò che sono il parto naturale e il taglio cesareo sulla carta e poi viene raccontata l'esperienza di una donna che dà alla luce un figlio dopo una gravidanza sudatissima, in tutti i sensi. Ebbene, la lettura mi ha resa nervosa. Ero in metropolitana con quel libro tra le mani dilaniata dal dilemma "Voglio disperatamente sapere ogni cosa, ma allo stesso tempo preferirei non sapere niente". Oh porca paletta. Improvvisamente scopro che per me il parto non è più quel momento catartico in cui finalmente stringerò tra le braccia il mio bambino, non importa quanto si possa soffrire, ma essenzialmente una cruda procedura medica. Leggere parole quali "lacerazione", "catetere", "ricucitura di 7 strati tra cui pelle e muscoli dopo un taglio cesareo, mentre nel frattempo non è detto che tu sappia dove è stato portato il tuo bambino" non mi ha trovata carica e preparata come mi sentivo fino a poco tempo fa sull'argomento. Addirittura, il corpo della mamma durante il parto produce altissimi livelli di endorfine (sempre loro, eh??!) per aiutarla a dimenticare presto i dolori che si vivono dando alla luce una creatura perché voglia poi ripetere l'esperienza: se la natura deve fregare noi donne così, allora vuol dire che si passano veramente dei guai tra travaglio e fase espulsiva. 

D'altra parte, domani sono 27 settimane e ormai c'è davvero più poco tempo per stare a pettinare le bambole. Anzi, da domani, 24 gennaio, mancheranno esattamente 3 mesi alla data presunta del parto.

Mi sembra che sia passata appena qualche settimana dal pomeriggio di agosto in cui il test di gravidanza è risultato positivissimo. E invece oggi mi sono ritrovata a percorrere con passo pesante come quello di un bisonte e piedi a papera la strada verso un negozio di abbigliamento premaman alla ricerca di nuovi vestiti adatti a contenere questo nuovo corpo. Quando, provando dei reggiseni, mi sono accorta che l'unico che riempivo comodamente era una quinta misura, mi sono dovuta sedere sullo sgabello che per mia fortuna era già dentro al camerino, in preda ad un misto di eccitazione e incredulità... Ma quasi di panico. Neanche una pornostar. La realtà è che la mia pancia è enorme, quindi le dimensioni del mio seno sono comunque insignificanti, anche se ci vuole un reggiseno taglia quinta per contenerlo. Se non fosse stato per le voragini che trovavo scavate sulla pelle la sera al momento di togliere il mio solito reggiseno non mi sarei neanche accorta del livello di lievitazione del mio seno. 

Per rendere il giro di shopping meno traumatico, ho deciso di provare qualcosa di diverso, per esempio dei pantaloni. Sono 7 mesi ormai che indosso solo vestiti più o meno ampi e arrivata a questo punto non ne posso più, né della scarsa varietà, né di dover lottare tutte le mattine con i miei polpacci per chiudere gli stivali, né dei collant che si arrotolano sotto alla pancia con effetto laccio emostatico (e antiestetico maniglione che si intravede chiaramente sotto al vestito). Guardo le ragazze con i jeans e mi sembrano delle aliene. Così oggi ho provato dei pantaloni premaman: sembravo un tacchino ripieno. La commessa era dispiaciuta quando, uscita dal camerino, ho annunciato che non avrei comprato niente di ciò che mi aveva proposto. Ho protestato facendo presente che è assurdo che i pantaloni premaman siano quasi tutti di tessuto stretch: in gravidanza la ritenzione idrica diventa la più fedele delle compagne, i rotolini si sprecano nei punti più disparati e ancora devo evidenziare il tutto mettendomi dei pantaloni aderenti??? Nossignore, non se ne parla. 

Ho avuto più fortuna in un altro negozio, dove sono riuscita a trovare dei jeans (dei jeans!!!) che sono un pochino lunghi, ma almeno somigliano vagamente a ciò che ero abituata ad usare quotidianamente fino a qualche mese fa. Fantastico, c'erano anche delle canottiere e delle camicie premaman. Non vedo l'ora di uscire domattina sfoggiando jeans, canottiera con camicia a quadrettoni e All Star, tanto per esagerare con lo stile scazzato. Poco importa se siamo a gennaio e fa freddo: io ho sempre caldo.

Quel che più conta, comunque, è la visita dal ginecologo di oggi pomeriggio. In attesa con me, c'era una mammina alla 12a settimana che era lì per la translucenza nucale. Avevo rimuginato tantissimo sull'opportunità di sottopormi a quell'esame, in alternativa a un esame invasivo, nelle prime settimane di gravidanza e, una volta deciso che sarebbe stata quella la prima tappa, ho aspettato l'appuntamento dell'ecografia con una trepidazione alle stelle. Ora mi sembrano passati secoli da quel giorno e vicina a quella mammina mi sono sentita una veterana della gravidanza. A volte ho l'impressione di essere incinta da sempre.

Comunque, il bimbo sta benone, durante l'eco succhiava il liquido amniotico e muoveva le braccia come un robotino impazzito. Al momento della fotografia del viso in 3d, lui si è prontamente coperto con le mani, come è ovvio, ma l'immagine è comunque molto bella. 

La pressione è a posto, la placenta è a posto, è tutto a posto... A parte il mio peso. Quindi dovrò presto sottopormi a un test di tolleranza al carico di glucosio per cui dovrò trascorrere una mattina in ospedale ingurgitando un disgustoso beverone zuccherino, a digiuno per di più. Alcune dicono che l'esame non è così terribile, mentre altre riferiscono di aver addirittura rimesso durante la simpatica bevuta e di aver quindi ripetuto la tortura dopo una settimana. 

In ogni caso, c'è tempo, basta che provveda entro la prossima ecografia che sarà alla 32a settimana, quando si valuterà la crescita del mio nanetto. Persino il ginecologo mi è sembrato più simpatico delle altre volte. Prima di ogni visita, ho sempre un po' di paura, ma alla fine questo bambino è ogni volta più forte di ogni mia tensione. 

Sono sempre più convinta che quello che mi insegnerà, e mi sta già insegnando, questo piccino sarà sempre più di ciò che gli potrò insegnare io.


domenica 22 gennaio 2012

E allora ditelo...

Qualche notte fa, mi sono svegliata in uno stato d'animo che definirei di beatitudine. Mi sono voltata verso la mia dolce metà e vederlo dormire placidamente accanto a me mi ha suscitato un amore e una serenità tanto profondi quanto improvvisi. 

Il giorno dopo, mi sono ritrovata davanti alla stessa dolce metà della notte precedente a reclamare, tra le lacrime, partecipazione alla preparazione dell'arrivo del piccino, perché, stando alle mie parole, niente, e soprattutto nessuno, è ancora pronto per il cataclisma che si abbatterà sulle nostre vite da aprile in avanti, per sempre (non è naturalmente dello stesso avviso il mio ultimo estratto conto).

Tra le mie compagne di pancia, si raccontano episodi analoghi. 

Un giorno, alle 8 di mattina, reduci da una nottata resa insonne dall'acidità di stomaco ai massimi storici registrati e dal traffico mattutino per raggiungere l'ufficio dove la giornata si preannuncia infernale, ci si saluta con toni felici, quasi ebeti. Il giorno dopo, si minaccia di mangiare la testa alla collega che non ha imparato a calcolare il 20% di un certo importo con la calcolatrice, o di far sparire in malo modo dalla faccia della terra quella tizia maledetta che ha commentato alla vista del pancione con un "beata te!".

Fortunatamente, tutti i libri che ho letto sulla gravidanza mi hanno dato una spiegazione a tutto ciò. Non siamo pazze, non siamo da rinchiudere in uno zoo: siamo incinte. Per questo, siamo sotto l'effetto costante di stupefacenti naturali il cui effetto è ben spiegato dal testo che segue, tratto dal sito www.gravidanza.net (sarà illegale trascrivere sfacciatamente e spudoratamente intere pagine di siti web? Boh, vabbè, almeno per il momento, francamente me ne infischio).


L'influenza degli ormoni



Qualunque donna sperimenta o ha sperimentato nella sua vita quello strano stato di malinconico malessere che viene chiamato sindrome premestruale. Si sa che gli ormoni, più abbondanti in tale fase del ciclo, spesso influenzano l’umore e causano affaticamento, dolori muscolari, cefalea, disturbi dell’appetito e tutta un’altra serie di sintomi che a volte possono diventare invalidanti. 

In gravidanza accade qualcosa di molto simile: progesterone, estrogeni ed endorfine vengono prodotti in grande quantità, specialmente in due fasi della gravidanza, ovvero il primo e il terzo trimestre. Nel primo il corpo si predispone alla nuova condizione, mentre nell’ultimo procede verso il parto ed è in questi periodi che, di solito, si concentrano gli sbalzi d’umore. 

Gli ormoni hanno diverse e fondamentali funzioni. Il progesterone inibisce la contrattilità uterina, rallenta i movimenti intestinali così da assorbire meglio le sostanze nutritive, aumenta la capacità di assorbire ossigeno, favorisce lo sviluppo della ghiandola mammaria. Gli estrogeni aumentano i liquidi nei tessuti, promuovono l’immagazzinamento di maggiori riserve di proteine e zuccheri, ammorbidiscono le cartilagini e le articolazioni. Le endorfine innalzano la soglia del dolore, proteggendo la madre e il bambino dal trauma del parto. 

Tuttavia questi ormoni hanno anche un’altra funzione: aumentano l’emotività, facendo sì che la madre “percepisca” il proprio figlio e si prepari ad accudirlo. Molte donne sperimentano una fase di regressione all’infanzia, che ha la funzione di metterle in sintonia col bambino che di lì a breve nascerà: da questo deriverebbero il bisogno di essere coccolate e le famose voglie. 

Questo cocktail di ormoni però, proprio per la sua potenza, può avere – e spesso ha – notevoli effetti collaterali, alcuni dei quali si ripercuotono sulla sfera psicologica ed emotiva. Così la maggiore sensibilità diventa malinconia, nervosismo, predisposizione al pianto. 

Sperimentare sbalzi d’umore durante la gravidanza è perfettamente normale, così come lo è, ad esempio, nei giorni che precedono il ciclo mestruale. Solo che la gravidanza è qualcosa che sconvolge la quotidianità, che crea grandi aspettative e fa gravare molte attenzioni e molte responsabilità sulla donna, tanto che simili episodi possono aumentare le preoccupazioni e lo stress. Niente di più ingiustificato. 

Una falsa credenza sopravvive tutt’oggi: quella che una donna incinta debba certamente essere felice, poiché una vita si sta formando dentro di lei. Oggi sappiamo che non è così e gli studi sul funzionamento e le conseguenze degli ormoni lo dimostrano, ma molte percepiscono ancora su di sé il peso di questo assunto infondato, giungendo talvolta a sentirsi inadeguate e prive di una “natura materna”.

Che dire...? Grazie... Agli ormoni quando mi fanno sentire come se mi fossi fatta una canna e a chi ha scritto queste parole alle quali ripensare al prossimo momento di ordinaria follia.

Sapevatelo, su Rieducational Channel!

giovedì 19 gennaio 2012

Qualcosa è cambiato?

Elenco dei fenomeni paranormali verificatisi nella giornata odierna.

  1. Oggi ho pranzato al ristorante e tra la lasagna e il piatto di carne ho scelto il piatto di carne.
  2. Dopo pranzo, non ho preso subito la metro per arrivare a casa con il minimo sforzo, ma sono tornata a piedi. Camminando, mi è venuta una gran voglia di fragole. Non di pizza... Di fragole.
  3. Nel tragitto, sono entrata nel negozio della Chicco, ma solo perché sapevo che lì c'è una toilette e in quel momento di un pip stop avevo un gran bisogno. Espletate le mie esigenze fisiologiche, ho un po' curiosato nel negozio, ma sono uscita senza aver concluso nessun acquisto. Neanche un ciuccio, né un tubicino per togliere il muco dalle narici: nada.
  4. Ho fatto un breve giro nel negozio di Petit Bateau con l'idea di cercare qualche vestito premaman in saldo al 50%: ho trovato una gonna che mi piaceva a un buon prezzo, ma alla fine non l'ho comprata. Non mi sono neanche avvicinata agli scaffali con i vestiti per bebè a prezzi scontatissimi.
  5. Al supermercato, ho fatto solo provviste di cose sane: ho preso spinaci, finocchi e formaggi light e le Fonzies a cui per abitudine ho lanciato un'occhiata mi hanno nauseata al solo pensiero di metterle nel carrello. Purtroppo, non ho trovato le fragole, che già pregustavo al naturale, senza neanche considerare l'idea di accompagnarle con una pallina di gelato alla vaniglia. Ho ben presto sostituito la voglia di fragole con quella di un passato di verdure per cena.
  6. Peso attuale: + 245,000001 kg. Ovviamente è partito il film: "Oh nooooo! Il bambino non sta più crescendoooooo", ma poi ho fatto 2+2 e ho realizzato che la ragione più plausibile del mio modestissimo aumento di peso nelle ultime due settimane consiste in questo cambio tanto radicale quanto spontaneo delle abitudini.
Se entro stasera dovessi anche andare di corpo, penserei di contattare il Cicap. 

Sono imbottita di vitamine e di ferro che neanche una calamita. Mi sento fisicamente in gran forma e dormo benissimo.

Devo essere impazzita. Non mi riconosco più. Ma cosa mi succede???

martedì 17 gennaio 2012

26+0 = Delirio da sconvolgimento imminente

Ieri sono nati una bimba e un bimbo. E questo solo nel giro delle mie conoscenze, quanti nuovi arrivi ci saranno ogni giorno nel mondo?

Tra le mie compagne di pancia ormai si parla già di preparazione della valigia e di strategie per non dimenticare nulla prima della corsa per l'ospedale. Questo pensiero può portare al delirio. Si scrivono e si leggono dubbi del genere:

"Consiglio spassionato: secondo voi anche se partorirò un maschietto va bene indossare per la degenza in ospedale un pigiama i cui pantaloni sono rosa? ... Scusate la stupidità della domanda, me ne rendo conto io stessa!"

"Vado con la domanda stupida... In sala parto si possono mettere i calzini?"

"Ma per chi è cieca come me... Partorite con gli occhiali?"

A ognuna di queste donne, voglio un gran bene.

Quel che è certo, è che al ritorno dal giro in ospedale, nulla sarà più come prima. Tutto ciò a volte suona spaventoso, ma soprattutto eccitante. Mi sento già forte come una leonessa (devo essere incosciente). Se da una parte vorrei vedere e conoscere il mio bambino oggi stesso, dall'altra penso che mi piacerebbe vivere con questa pancia per sempre. Alla fine mi sono affezionata anche a tutti gli inconvenienti della mia situazione, perché sono quelli della gravidanza, dell'attesa del mio piccolo ometto. Sì, lo penso anche quando di notte mi sveglio con la sensazione che la vescica stia per esplodere e che l'aria mi stia spappolando gli organi interni, mentre nella mia pancia si sta giocando la finale dei mondiali di calcio. Per qualche ragione, tutto questo mi fa sentire... Leggera (pur con quei 245 kg in più di libidine e bontà).

domenica 15 gennaio 2012

15/1 = (25+4) = -100!!!!!

Peso attuale: ancora +245 kg (da una settimana... Magia?)
Movimenti fetali: tellurici.

Nebbia. Umidità: 100 %. Temperatura esterna: -3°.

E la caldaia è ancora rotta. Dopo tribolazioni iniziate circa 20 giorni or sono, finalmente domani avremo una caldaia nuova. (Ri)Scoprirò l'acqua calda, letteralmente.

Pertanto la domenica mattina è iniziata così:


Una vera doccia fredda. L'effetto energizzante è stato potenziato da bagnoschiuma e olio idratante-tonificante alle erbe che mi hanno garantito un fantastico trip sotto al piumone dove mi sono rifugiata una volta asciutta.

Infine, il risultato straordinerio del Grifone nell'odierno turno di campionato. 

YES, WEEKEND!




venerdì 13 gennaio 2012

L'insostenibile leggerezza dell'essere incinte

Peso attuale: +245 kg 

A seguire, una sintetica ma accurata selezione delle massime altrui sull'aumento di peso che mi sono state propinate in questi mesi di gravidanza.

"Nel primo trimestre di gravidanza si dimagrisce a causa delle nausee!" 
Anche io ho avuto le nausee, ma non ho perso un grammo perché per combatterle mi nutrivo solo di cibi secchi quali Tuc e Fonzies.

"Per tutta la durata della gravidanza, ho avuto voglia di asparagi e della fettina di carne ai ferri!" 
Io per ora ho solo una gran voglia di patatine, se possibile fritte e immerse nella maionese.

"Non mangi la verdura cruda a causa del rischio toxoplasmosi? E dove prendi le vitamine? Ma allora non puoi bere neanche l'acqua del rubinetto?"
"(Cosa c'entra l'acqua del rubinetto?)"
"Ma chi te lo ha detto? Il tuo ginecologo genovese? Il mio di Milano non mi ha mai detto una cosa del genere!"
"(Sì, me lo ha detto il mio ginecologo di Genova perché là le scoperte in campo scientifico non sono ancora arrivate, i medici sono rimasti all'età della pietra, sai com'è...)"
"Queste sono restrizioni assurde, io non ho sofferto così tanto in gravidanza!"
"Che dirti...? Ma eri immune o no alla toxoplasmosi? Si vede facilmente con le analisi del sangue..." 
"Non lo so, ma cos'è la toxoplasmosi?" 
(Domande che mi sono state realmente rivolte in stretta sequenza da una mamma di due figli adolescenti che si presume abbia vissuto le sue gravidanze quando la medicina aveva già acquisito il concetto di toxoplasmosi. Se preciso che la mamma in questione è un medico, basta per rendere l'idea dei brividi da cui il mio corpo è stato pervaso durante questa conversazione surreale?).

Infine, la prima classificata per il premio "Odi et amo"...

"Adesso sali sulla bilancia e mi fai vedere quanto pesi, sei ingrassata molto nell'ultimo mese, Piccina. Dovresti prendere un chilo al mese, ma sono certo che ne hai già presi molti di più."
"Tesoro, no, dai, prometto che mi peso, ma tu per favore non guardare!"
"No, io guardo, è assurdo che ci sia questo segreto tra di noi, basta adesso. Se hai preso molto peso, io ti aiuto a controllarlo fino alla fine della gravidanza".
(La poverina, ossia la sottoscritta, sale sulla bilancia nella sua nudità in un tranquillo sabato mattina, che si sperava fosse il preludio di una giornata a due serena e piena di amore)
"Infatti, come immaginavo! Pesi come me!"
"..."
"Pinca Pallina in tutta la sua gravidanza aveva preso 10 chili... E avrebbe dovuto prenderne 9!"

... e la seconda classificata allo stesso premio:

"Vorresti ordinare un altro panino? Ma no, dai, Bud (Spencer, il mio nuovo soprannome, fortunatamente ben presto caduto in disuso, ndr), abbiamo già mangiato abbastanza!"
"Eddai, su!"
"No, basta così. Aspetta, vado a ordinarmi una fetta di cheesecake!"
"@#§!!!!!"

Di certo, una stretta di mano va a colui che ha scritto un articolo su un noto quotidiano online da cui traggo il meglio del meglio:
"Mangiare pesce in gravidanza è importante, aiuta lo sviluppo del sistema nervoso del feto, ma mangiarne troppo fa male. Donne gravide che mangiavano quasi sempre pesce e soprattutto pesce spada e tonno passavano al feto un sacco di mercurio. I bambini nati da quelle mamme a scuola avevano difficoltà a esprimersi e persino ritardo mentale (l’hanno visto in Danimarca con uno studio del 1997)."
Ecchecca... Ma il meglio viene adesso:
"Tanti omosessuali hanno un fratello più grande: perché? Secondo Freud l’oggetto dell’odio di un tempo di chi era geloso del fratello più grande, diventa nell’adolescenza ragione di amore: evidenze scientifiche? Nessuna. Ma la scienza una spiegazione ce l’ha. In gravidanza la mamma fabbrica anticorpi contro certe proteine del feto, alla seconda gravidanza di un altro maschio questi anticorpi potrebbero interferire con le proteine che controllano lo sviluppo di certe parti del cervello che predispongono all’omosessualità."
...


giovedì 12 gennaio 2012

2 months later... 25+2!

Ho latitato a lungo, prima dubbiosa sull'utilità di tenere un blog di cui non avevo fatto menzione con nessuno e, infine, totalmente certa dell'inutilità di disperdere per la rete parti della mia gravidanza che forse avrei fatto meglio a mettere nero su bianco su un diario. Fino a qualche anno fa amavo scrivere a mano sui miei diari, producendo, con gli anni, uno zibaldone di pensieri che neanche il Leopardi. Ho provato anche a tenere un quaderno, accuratamente scelto tra i mille di una cartoleria ben fornita del centro di Milano, rigorosamente di colore azzurro, su cui raccontare l'attesa da regalare un giorno al mio piccino, quando sarà grande, perché sapesse qualcosa di più sulla sua mamma prima che diventasse effettivamente tale. Anche il papà ha scritto qualche pagina, piuttosto toccante, aggiungerei. Ma alla fine... Che dire? Sono una mammina moderna: compro la culla online, frequento i gruppi di pancione su Facebook... E tengo un blog.

Gli aggiornamenti sugli ultimi due mesi sono tanti e pochi, dipende da ciò che interessa. Quello che più conta è che l'incertezza sul sesso del nascituro è stata totalmente dissipata nelle ultime ecografie: è un maschietto, con tutti i suoi accessori in dotazione bene in vista. Chissà perché non ne ero certa dopo la prima ecografia rivelatrice, fatto sta che lui si è ben presto ripresentato al mondo senza lasciare spazio a colpi di scena. Quel che conta ancora di più è che il responso della morfologica è stato il meglio che potessi aspettarmi: il bimbo sta molto bene ed è perfetto, nuota, salta, scopre lentamente le sue forme in continua evoluzione con le manine, punta i piedi come se fosse sui blocchi di partenza per i cento metri e scalcia come un rigorista in allenamento. In realtà, l'ecografia si è divisa in due round perché al primo il timidone se ne stava rannicchiato con le mani sul viso e non voleva saperne di lasciarsi studiare il cuore e il viso stesso, costringendoci a tornare dal ginecologo la domenica mattina durante un suo turno di guardia in ospedale, per mostrarsi finalmente in ogni suo angolo. Corpo calloso, cavo del setto pellucido, arco aortico e flusso sanguigno del cuore esaminato con color doppler, inserzione del cordone ombelicale con i suoi tre vasi... Parlo a caso o forse ho assistito a una lezione di anatomia da manuale che mi ha coinvolto talmente tanto da lasciarmi reminiscenze di termini che fino ad allora non mi erano per niente familiari? Ma nella pancia c'è davvero una persona con tutta questa attrezzatura? Voglio dire, è così piccolo ed è già così pieno di cosine? Uh caspita... Un profondo orgoglio di mamma mi pervade all'idea che lì dentro il mio piccolino si dia tanto da fare senza che io sappia molto di ciò che gli serve perché sia forte e sano, come di fatto sembra essere.

Oltre a ciò sono sopravvissuta al Natale e alle feste, non tanto alla prova della bilancia di cui non comunico l'esito appellandomi alla normativa sulla privacy. Sono andata in montagna, ho fatto passeggiate sulla neve e ho addirittura provveduto ad un disboscamento a mezzo ceretta in una spa scoperta al momento giusto. Sono stata infine colpita in pieno dalla sindrome del nido, in virtù della quale da pigrona cronica mi sono trasformata in una casalinga in carriera che pulisce il piatto della doccia in gonna e stivali e provvede al riempimento del frigo e del ripostiglio con rigore scientifico: in sintesi, mi sono mammizzata, come dice la mia dolce metà. 

Soprattutto, sono diventata una compratrice online degna di un campionato mondiale di shopping addicted (prima o poi bisognava comprare tutto il necessario per prepararsi all'arrivo del nano, no?). Per questo devo infinitamente ringraziare le mie compagne di panza, online a loro volta, per avermi aperto il mondo degli outlet virtuali. Ho provveduto all'acquisto di biancheria e altre diavolerie per il piccino belle belle belle a prezzi irripetibili e, appena il sito che ho puntato riprende a funzionare, non mi farò sfuggire la cesta dei miei sogni che sembra fatta apposta per stare in quello spazio minuscolo tra il lettone e il muro della stanza che nei primi mesi dopo la nascita papino ed io condivideremo con il nano. Non ho potuto lasciare lì anche un vestito premaman che finora è il mio migliore amico durante questa attesa, d'altra parte era in saldo, ma veramente in saldo, un affarone, non comprarlo sarebbe stato un sacrilegio, un qualsiasi esperto del risparmio mi farebbe i complimenti ;)

Secondo iGoogle mancano 103 giorni... E questa volta mi farò trovare pronta, a tutto!