martedì 17 gennaio 2012

26+0 = Delirio da sconvolgimento imminente

Ieri sono nati una bimba e un bimbo. E questo solo nel giro delle mie conoscenze, quanti nuovi arrivi ci saranno ogni giorno nel mondo?

Tra le mie compagne di pancia ormai si parla già di preparazione della valigia e di strategie per non dimenticare nulla prima della corsa per l'ospedale. Questo pensiero può portare al delirio. Si scrivono e si leggono dubbi del genere:

"Consiglio spassionato: secondo voi anche se partorirò un maschietto va bene indossare per la degenza in ospedale un pigiama i cui pantaloni sono rosa? ... Scusate la stupidità della domanda, me ne rendo conto io stessa!"

"Vado con la domanda stupida... In sala parto si possono mettere i calzini?"

"Ma per chi è cieca come me... Partorite con gli occhiali?"

A ognuna di queste donne, voglio un gran bene.

Quel che è certo, è che al ritorno dal giro in ospedale, nulla sarà più come prima. Tutto ciò a volte suona spaventoso, ma soprattutto eccitante. Mi sento già forte come una leonessa (devo essere incosciente). Se da una parte vorrei vedere e conoscere il mio bambino oggi stesso, dall'altra penso che mi piacerebbe vivere con questa pancia per sempre. Alla fine mi sono affezionata anche a tutti gli inconvenienti della mia situazione, perché sono quelli della gravidanza, dell'attesa del mio piccolo ometto. Sì, lo penso anche quando di notte mi sveglio con la sensazione che la vescica stia per esplodere e che l'aria mi stia spappolando gli organi interni, mentre nella mia pancia si sta giocando la finale dei mondiali di calcio. Per qualche ragione, tutto questo mi fa sentire... Leggera (pur con quei 245 kg in più di libidine e bontà).

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