mercoledì 25 gennaio 2012

Sì, lo voglio!

Buone notizie: mi sono riempita la testa di nozioni giuridiche, appese nel cervello a forza come post it con poca colla sul lato adesivo, e scopro su un forum sulla gravidanza i fondamentali della tutela messa a disposizione dalla legge a favore delle "peccatrici", quelle come me. Quelle che non sono unite con il sacro vincolo del matrimonio all'uomo da cui aspettano un figlio. 

Così recita il primo comma dell'articolo 254 del nostro codice civile:

"Il riconoscimento del figlio naturale è fatto nell`atto di nascita, oppure con una apposita dichiarazione, posteriore alla nascita o al concepimento, davanti ad un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento, qualunque sia la forma di questo"

La legge ci tende una mano? Stringiamola! Domani la mia dolce metà ed io andremo in Comune a pre riconoscere solennemente la creatura che porto in grembo come figlio di entrambi.

Perché?

Perché mettiamo che il mio adorato lui venga rapito dagli alieni o, come è più probabile, circuito e ipnotizzato da una ballerina lituana, prima dell'arrivo del bimbo: ecco, in queste eventualità il mio piccino non potrebbe risultare come il figlio di colui che in realtà è il suo padre biologico, perché la legge non ha mezzi per sapere chi è il padre di mio figlio. Questo perché la dolce metà ed io non siamo sposati: se lo fossimo, per la legge un bambino uscito dalla mia pancia sarebbe automaticamente considerato figlio di mio marito, anche se il padre biologico del bambino fosse di fatto l'idraulico o un cantante di colore conosciuto per caso in un night club, come nella migliore tradizione di Beautiful.

E poi perché dopo il parto potrebbe succedermi ogni cosa, anche cadere vittima di uno stato di trance per cui mi convinco di essere la reincarnazione di Bing Crosby e di non potermi alzare dal letto dell'ospedale in piena estasi creativa. Ebbene, nella mia incresciosa situazione, solo io posso denunciare la nascita di mio figlio e non posso delegare a nessuno l'incombenza di farlo: con il pre riconoscimento, la mia dolce metà riconosce il figlio come suo ed è autorizzato, come padre a tutti gli effetti, ad occuparsi della burocrazia indispensabile dopo la nascita del bambino, al posto mio.

Se la mia dolce metà ed io saremo sani, salvi e, soprattutto insieme, al momento della nascita andremo nell'apposito ufficio dell'ospedale a denunciare la venuta al mondo della nostra creatura e a riconoscerla come tale. In questo caso, festa finita, il pre riconoscimento non sarà servito a niente. Ma se così non potesse essere, pensiamo a essere tutelati e tutelare in primo luogo il nostro bambino. 

Mettiamola sul ridere, ma, se per una volta la legge ci può aiutare a ridere bene, accettiamola, come nostra legittima sposa.

Un giorno ci sposeremo, ma poco importa. Abbiamo la pagnotta nel forno e non c'è vincolo né giuridico né di amore più profondo di quello che ci ha portati a farlo e ad esserne felici ogni giorno. Finché morte non ci separi.

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