giovedì 9 agosto 2012

Ricomincio da tre

Tre come i mesi che ha oggi Alessandro, che sono poi anche i miei mesi di latitanza dal blog. Perché non ho più scritto? Mah, perché sono stata travolta da un vortice di pozioni magiche a base di latte in polvere che mi hanno resa ogni giorno più simile a Maga Magò, delusioni da pannolino pulito quando invece si sperava nell'esplosione atomica dopo ore spinte e cigolii, esultanze da pannolino che a buttarlo nella spazzatura condominiale bisognava chiedere il porto d'armi... E via discorrendo. Chi è mamma, lo sa. Chi non lo è... Beh, ascolti i racconti delle mamme sopravvissute ai primi mesi di vita dei figli e poi ci pensi due volte prima di dire "le mamme non sono poi più impegnate delle donne senza figli che lavorano". Ditelo a una mamma che a mezzogiorno circola ancora per la casa in pigiama con un'alitosi da far rimpiangere la fogna di Calcutta, e non perché la sera prima si è presa una sbronza, o che per ore ha stretto le gambe per tenersi la pipì, e non perché è in giro per saldi... La violenza della sua reazione sarà pari al livello di stupidità della vostra affermazione.

Che poi non è che superati i primi mesi le cose si semplificano. Passate le notti a ciondolare per il corridoio di casa dirette a occhi mezzi chiusi verso la camera in cui il nano ha deciso di far suonare la sveglia a orari del tutto casuali causa fame, arrivano quelle in cui non basta più un biberon a placare l'ira funesta del piccolo grande dittatore perché poi è il turno dei dentini. E superate quelle, arriveranno altre notti in cui il bimbetto, ormai semovente, con le sue gambette arriverà da solo al lettone e fino al mattino dormirà attaccato ai capelli della mamma e ai peli del petto del papà, che perderanno così ogni parvenza di coppiainnamorataogninottedormiamoabbracciati di qualche anno prima. E poi ci saranno le notti sveglie ad aspettare di sentire le chiavi girare nella toppa perché nel frattempo il nanetto è diventato grande e uscirà il sabato sera... Oh cielo, no! Ok ok, viva le occhiaie da biberon notturno. 

Tre sono anche i giri dell'equatore che ho percorso a piedi con tanto di nano a rotelle quando di stare tranquillo in casa non ne voleva neanche sentir parlare. Almeno ho smaltito quei tre quintali accumulati in gravidanza. 

Tre poi sono le parti di cui è composto quell'aggeggio diabolico che è il trio, prontamente rinominato trio logorio. Carrozzina, ovetto e passeggino. Oggi finalmente il passeggino è stato recuperato dal garage in cui era stato riposto mesi fa in attesa di questo giorno solenne. Ed ecco che però per qualche ragione insondabile l'ovetto non si stacca dal telaio, fattaccio verificatosi per ora solo due volte. La prima nel parcheggio dell'Ikea, dove poi per disperazione ho infilato tutto il bestione telaio+ovetto nel bagagliaio della macchina abbassando i sedili posteriori (e meno male che il seggiolino per il trasporto del nano era già montato al suo posto). La seconda, oggi. Riusciremo mai a passare alla fase 3 del trio logorio, l'ultima e definitiva? 

E tre sono le volte in cui ho dato a fuoco la casa. Almeno, così sembrava dal di fuori. Basta lasciare sul fuoco un pentolino pieno d'acqua con un biberon al suo interno con lo scopo di sterilizzarlo e poi uscire, dimenticandosene: al ritorno si troverà il biberon squagliato, il pentolino da buttare e un odoraccio di bruciato che passerà solo lasciando le finestre aperte per almeno 12 ore. Oppure si può anche mettere lo sterilizzatore da microonde nel forno e accendere quest'ultimo non con la funzione microonde, ma ventilato, senza pensare allo sterilizzatore al suo interno. Provare per credere, per esperienza personale assicuro che funziona. 

In conseguenza di quanto sopra illustrato, tre sono le incombenze extra-nano di cui non mi sono dimenticata tra le 13762974635 che in questi mesi ho cercato invano di ricordare. Quindi, per esempio, da ieri la tv non funziona e da ieri mi viene in mente che devo chiamare il servizio clienti per l'assistenza solo in momenti in cui non posso telefonare. E poi sono sicura che tra poco uscirò dimenticandomi di cambiare la maglietta bianca che ho indosso che è zozza di salsa di pomodoro, visto che oggi ho pranzato con nano in braccio e non è che in quei momenti riesci anche a stare attenta a non sporcarti. Fosse solo sporca di qualche traccia di rigurgito... Regola di sopravvivenza n.1: il vestito con una sola macchia di latte è da considerarsi pulita e non richiede un cambio immediato, con più macchie... Beh, dipende da dove si deve andare. Insomma, la mia memoria in questo periodo fa schifo

Ho consultato altre mamme sull'argomento e per mia fortuna mi è stato confermato che è normale. Si salvi chi può!!



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