martedì 3 aprile 2012

(Ain't got no) I got life

Avevo detto che sarei andata a vedere The Help al cinema ieri? Beh, sono andata al cinema, ma ho visto un film diverso... E subito dopo ne ho visto un altro ancora! Uscire da una sala dopo aver visto un film, bere una spremuta d'arancia in un bar con i tavolini all'aperto e poi entrare in un'altra sala per un altro film. Ma quanto è bello il cinema di pomeriggio? Poca coda alla biglietteria, prezzi ridotti, la luce sulla strada del ritorno verso casa e la godereccissima sensazione di non avere un c@.. da fare.

Comunque, volevo vedere The Help, ma, ormai con il biglietto in mano, ho scoperto che il film era sì in lingua originale, ragione per cui mi interessava proprio quella proiezione, ma anche privo di sottotitoli e mi sono ben presto dissuasa. Così sono andata a vedere il film che sarebbe iniziato da lì a pochi minuti, ossia 17 ragazze. Un segno? 

Il film, ambientato in una cittadina francese, ma ispirato a un fatto realmente accaduto alcuni anni fa negli Stati Uniti, racconta le vicende di 17 adolescenti che rimangono incinte contemporaneamente, per scelta. La loro decisione è fondata sulla convinzione che la maternità le avrebbe emancipate dalla famiglia di origine e portate a una vita nuova, migliore e libera. 

Il mare immenso della Bretagna, le All Star colorate e le magliette a righe, le feste di sera sulla spiaggia e la vodka bevuta direttamente dalla bottiglia, le corse sui marciapiedi in fuga dalla casa dei genitori con i capelli al vento. Il tutto con il pancione... Bello! Bella la spensieratezza, l'età in cui l'eccitazione e il pericolo sono il tuo mestiere. In cui tutto è possibile, anche una maternità improvvisata. Bella l'ignoranza. 

Ma tutto ciò mi convince? Mi costa dire che la risposta è no, perché finisco con il sentirmi una di quelle vecchie bacchettone contro cui quelle ragazze avrebbero fatto le proprie scelte. Arrivata al nono mese di gravidanza, avrei voluto chiedere alle protagoniste all'inizio del film "Come vi immaginate che siano la gravidanza e la maternità?" e avrei ascoltato le loro risposte con tenerezza. Avrei annuito sorridendo con lo stesso velo negli occhi conciliante di chi sa che l'interlocutore sta peccando di ingenuità e non avrei provato a riportarle con le loro All Star per terra. Perché è solo quando si vive un'esperienza travolgente nel bene e nel male come la gravidanza che la si può capire, ma non far capire se non hai capito già

Nove mesi fa, avrei simpatizzato con quelle giovani sprovvedute e avrei dato loro fiducia. Oggi, simpatizzo comunque come si simpatizza sempre con l'adolescenza, ma con riserva. Le aspetterei al varco, carrozzina alla mano, per accompagnarle e spiegar loro tutto quello che non credevano di dover sapere. 

Lo stesso farei con la me stessa di nove mesi fa. Le direi che è tutto romantico e iper reale, poetico e animale, bellissimo e difficilissimo. Lei coglierebbe solo "romantico", "poetico" e "bellissimo" e si butterebbe lo stesso in questa avventura con tutte le scarpe. Anzi, con tutte le All Star. Le stesse che adesso non riesco più ad allacciare...


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