venerdì 19 ottobre 2012

Capo squadriglia a capo operazione...

... il pupo è addormentato.

Dove nel film Goldfinger è questo il codice con cui il capo squadriglia Pussy Galore comunica al capo operazione Goldfinger che tutto il personale addetto alla sorveglianza di Fort Knox è sedato con il gas disperso nell'aria dagli aeroplani, nel nostro piccolo cinema domestico il capo squadriglia è il lui grande della famiglia che, intorno alle ore 22, comunica a me, capo operazione indiscusso, che il pupo, cioè il lui piccolo della famiglia, finalmente dorme. E in questo periodo di film di James Bond ce ne facciamo una scorpacciata, proprio quando il piccino parte per il mondo dei sogni nel suo lettino e noi guardiamo la tv a volume così basso che attiviamo i sottotitoli per non doverci bisbigliare nelle orecchie ogni 2 frasi "cosa ha detto?".

Una sera sì e l'altra anche far addormentare questo pupo è più o meno un incontro di boxe. Ci provo io, ci provi tu, poi non ci prova nessuno e si lascia il pupo da solo nel lettino nella speranza che ci provi e ci riesca da solo, cosa che non accade praticamente mai. Anzi, quando sembra che sia quasi successo e noi, poveri illusi, stiamo portando alla bocca la forchetta per iniziare a consumare il nostro pasto diventato ormai gelido, dal piano di sopra si sente un cigolio: il nano che reclama soccorso. Allora si torna su, lo si prende il braccio cantando la canzoncina di Peter Pan che ormai è nella nostra hit parade da mesi, gli si danno pacchette sul sedere, gli si mette il ciuccio in posizione un centinaio di volte, si fa shhhhh, lo si culla, gli si dice "guarda che da grande avrai una lauta paghetta se adesso fai la nanna", lui cigola ancora, lo si riporta sul divano a fare un po' di ginnastica giusto per scaricare le ultime energie e fargli sfregare ancora un po' gli occhi gonfi e rossi per il sonno fortissimo a cui però per qualche ragione è impossibile cedere, si impreca un pochino... E poi si gira su un fianco, chiude gli occhi, sputa il ciuccio e dorme. E' quasi sempre così, a parte casi eccezionali in cui invece urla e piange con i lacrimoni prima di crollare improvvisamente in un sonno profondissimo.

Ma va benissimo così. Perché una volta scesi dal ring lui dorme. A volte russa. E tira fino alle 8 della mattina successiva, a volte più a lungo. Alcune mattine poi ci svegliamo prima che lui annunci al mondo di essere sveglio e lo troviamo nel suo lettino con gli occhi aperti intento a studiare approfonditamente mani e coperte senza fare ba, subito pronto a farti il sorriso più grande che ci sia. Altre invece si sveglia e pigola appena e con il solito sorrisone ti ringrazia per essere andata da lui per dirgli buongiorno.

Paradossalmente, ho scoperto che lui come tanti altri bimbi, più dormono durante il giorno, meno fatica fanno ad addormentarsi la sera e più a lungo dormono. Quindi la nostra fase critica dello sfregamento violento degli occhi a cui non segue automaticamente l'addormentamento come logicamente dovrebbe essere si ripete sia la mattina che il pomeriggio. Ma c'è da dire che ne vale la pena se garantisce notti tranquille e un bimbo arzillo e felice nelle ore di veglia. 

Insomma, è proprio un bravo piccino e insieme facciamo ogni cosa. Dal portarlo dal parrucchiere (per me, con conseguenze più o meno tragiche del genere "signora, cosa ne dice se non le faccio pagare la piega e le asciugo i capelli un po' alla buona? Il bambino sembra infastidito e comunque li abbiamo spuntati, era quello l'importante", quando per bambino infastidito intendiamo una piccola iena urlante -ovviamente finché non si esce dal negozio, appena tornati in strada torna a dispensare risate-) all'andare il ristorante il sabato sera, al visitare il museo dell'Acropoli ad Atene (sì, anche il museo...) al fare chilometri e chilometri a piedi e sui mezzi pubblici perché finché non ci sono il diluvio universale l'era glaciale e l'inversione dei poli e lo spostamento dell'asse terrestre non si può stare chiusi in casa. Questo comporta biberon somministrati ovunque (ad esempio nei parcheggi dei supermercati seduti su quelle specie di panettoni di cemento che avranno anche un nome che io però ignoro) e pannolini cambiati ovunque (ad esempio in Piazza del Duomo sotto i flash dei turisti giapponesi). Se penso a come ero intimorita la prima volta che lo abbiamo portato a passeggio nella carrozzina (nato di mercoledì sera, il sabato sera era già sui navigli ed è anche finito al ristorante) credendo che suo padre fosse un pazzo incosciente e che dovevo esserlo anche io se non mi ero accorta in tanto tempo di aver unito il mio destino a quello di un uomo che determinerà la fine precoce di nostro figlio e penso a come sono adesso... Beh, si sta molto meglio adesso. Anche lui gode di ottima salute (tiè, prima che succeda qualcosa) e insieme siamo molto felici.

Soon you'll grow so take a chance with a couple of kooks hung up on romancing...






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