giovedì 26 gennaio 2012

Oṃ!

Sono appena rientrata in casa dopo essere rimasta chiusa fuori con l'elettricista che invece di accostare la porta se l'è chiusa alle spalle. Tutto questo è stato causato dalla necessità di chiedere ai vicini una scaletta in prestito. Non solo ero senza chiavi, ma anche senza telefono e senza soldi. E il portinaio proprio oggi doveva prendere il pomeriggio di permesso? Al danno si è rimediato con un caffè macchiato caldo gentilmente offertomi in un bar vicino a casa dove ci siamo riparati finché non è sopraggiunto il boss dei lavori (sconvolto dall'accaduto) munito di chiavi come un vero salvatore della patria. L'elettricista mi ha anche intrattenuta mettendomi a parte di alcuni indecenti dettagli sulla sua vita privata. Per un attimo ho creduto di essere su Candid Camera

Ah, dimenticavo: ero anche senza giacca. Fortunatamente ciò non ha costituito un problema dato che la gravidanza mi sta regalando potenti vampate di calore, nonché una pancia caldissima quanto una pietra ollare su cui potrei senz'altro provare a cuocere qualche bistecca per risparmiare sul gas.

Ma era destino che oggi dovessi darmi al vagabondaggio. E pensare che per essere puntuale all'appuntamento con la mia dolce metà a mezzodì in Piazza Missori per tornare insieme a casa per pranzo, mi sono trattenuta alla California Bakery molto meno di quanto il luogo e le sue prelibatezze avrebbero meritato. Chi poteva schiodarmi da lì? Un latte macchiato, il portatile e la connessione internet senza fili del locale, un tavolino di marmo che non aspettava che me (e un bancone pieno di dolci)... E invece dalle 12 alle 12.40 ho errato per le vicinanze aspettando un messaggio di conferma dell'appuntamento, pervenuto troppo tardi, ossia quando mi ero già messa sulla via di casa, raggiunta prendendo tutte e tre le linee della metropolitana e un autobus. Lui era rimasto inguaiato in una riunione con l'orologio fermo e io ho messo la mia pancia a rischio spappolamento per ben 4 tragitti. 

La morale della favola è: dal settimo mese di gravidanza è bene evitare mezzi pubblici affollati dove tutti quelli comodamente seduti si accorgono benissimo della protuberanza sotto al tuo cappotto, ma fanno finta che sia solo la tua sciarpa che si è un po' ammucchiata pur di non alzare le chiappe per cederti il posto.

Ho comunque utilmente impiegato quei 40 minuti: ho comprato un termometro digitale adatto anche per i neonati, visto che quello di mercurio è finito in mille pallini sul pavimento della cucina questa mattina, e un libro a metà prezzo. E poi tra i palazzi di una traversa della strada principale si vedevano le guglie del Duomo, mentre in primo piano faceva bella mostra di sé una chiesa antica che contrastava con la grande insegna al neon di un ristorante cinese. Ho messo un sassolino sul piatto che fa pendere la bilancia del mio rapporto di amore ed odio con Milano verso la parte dell'"amo".

Avrei potuto impiegare ancor più utilmente (in quanto a shopping, si intende) anche il mio tempo alla California Bakery: connessa al gruppo delle mammine di aprile virtuali, vedo che una delle mie compagne di pancia sta segnalando la vendita speciale online degli articoli di puericultura di Naf Naf! Mannaggia a me e ai saldi in rete. Mi prudevano la mani per la tentazione di far finalmente mia quella culla così bella e così a buon prezzo che già mi ero fatta scappare ad un'altra vendita. No, non vado neanche a vedere la pagina... Ok, dai, un'occhiatina  veloce tanto per vedere cosa c'è e poi passo in rassegna i siti dei quotidiani, il che è molto più serio, suvvia, è facile... Arrivo sul sito, la culla c'è! Oṃ oṃ oooooooṃ! Mi sono dovuta trasformare nel Dalai Lama per non cliccare su "acquista". Spero che nel frattempo le culle siano andate tutte vendute, così non ci penso più.

Ad ogni modo, come preannunciato, stamattina è stato messo nero su bianco che il mio pancione è temporaneamente ceduto in affitto ad un inquilino e che la mia dolce metà ed io saremo coloro che si prenderanno cura di quest'ultimo una volta eseguito lo sfratto. E' ufficiale: siamo genitori.

E' stato anche un po' emozionante. Prima ho preso visione del mio certificato di nascita: riporta la data esatta della mia nascita, il nome dell'ostetrica che ha assistito al parto e dei testimoni che hanno presenziato alla dichiarazione della mia venuta al mondo. Ammetto di aver provato un moto di tenerezza in quel momento. Anche io sono stata attesa, amata già quando ancora non c'ero e la mia nascita è stato un momento felice per chi ha desiderato tanto e tanto a lungo di poterlo vivere. Ho pensato ai miei genitori che redigevano quell'atto, come me questa mattina.

"...In seguito alla loro unione naturale..."
"...La predetta ha concepito un figlio che sin da ora essi riconoscono come proprio..."

Da oggi la mia dolce metà ed io siamo uniti nel sacro vincolo del..la genitorialità (ma non abbiamo una culla in cui sistemare la creatura del cui accudimento ci siamo presi la responsabilità... Oooooooooooṃ!!!).



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