sabato 25 febbraio 2012

Benedetta primavera

La scadenza della gravidanza prevista per aprile presenta numerosi vantaggi. 

Uno di questi è senz'altro quello per cui ci si può scatenare ai saldi invernali: cadono quando il periodo critico della gravidanza è passato e quindi non c'è scaramanzia che tenga, bisogna comprare, si è giustificate! 

Ma poi c'è un altro grande vantaggio, che è di ordine "meteorologico". Infatti, ci si scoppia il primo trimestre, tra nausee e ansie da mood "non ce la posso fare" quando il clima è ancora mite, quindi almeno l'aspetto psicologico è più o meno salvaguardato. Poi si passa l'inverno nel secondo trimestre, quando partono le caldane, tanto da far arrivare la panzona a febbraio senza aver sofferto il freddo o quasi. Infine, si trascorre l'ultimo trimestre, quello in cui ci si sente più chiattone e impedite che mai, con il ritorno della bella stagione, quando ci si ricarica di energie e ci si sente positive e piene di vita. In tutto ciò, non ci si ritrova mai a dover affrontare il caldo torrido con il pancione, fatto a mio modesto avviso molto rassicurante. Il lato negativo però è che dopo aprile si ha veramente poco tempo per rimettersi in forma in vista dell'estate e che il rischio di arrivare a calcare le spiagge con nano e chili di ciccia ben più pesanti del nano stesso come zavorra è terribilmente concreto (io comunque non ho quasi mai superato la prova costume, quindi non è che mi preoccupi molto...).

Il fatto è che oggi c'è un sole meraviglioso e sono in maniche di camicia. Scrivo arenata sul divano a pochi passi dalla porta che posso lasciare aperta sul cortile per far passare la luce e l'aria fresca dell'anticipo della primavera. Mi tornano in mente immagini sepolte sotto giornate trascorse tra copertine di pile e guanti di lana. Ripenso ad alcuni pomeriggi primaverili passati al tavolino all'aperto di qualche bar, con una spremuta d'arancia e un libro o qualche buon compagno di relax e mi viene voglia di mettere una giacca leggera sopra alla camicia e di andare a passeggiare sui navigli. Magari di rimanere fuori fino a sera senza un programma definito, di improvvisare. 

Etciù, ecco appunto. Ho appena starnutito. Mi sa che mi conviene chiudere la porta. E comunque non potrei andare a passeggiare sui navigli, sono ancora agli arresti domiciliari a causa delle contrazioni. Pazienza, poco male, intanto la vera primavera arriverà presto.

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