giovedì 9 febbraio 2012

Grazie delle contrazioni (il bicchiere è pieno fino all'ultima goccia)

Sei incinta di 7 mesi, conti i giorni che mancano al raggiungimento del numero 3 davanti al numero delle settimane di gestazione, pensando al momento in cui dirai giuliva "Ho avuto una gravidanza bellissima!", con tanto di bambino ciccione tra le braccia, finché, all'improvviso, ti ritrovi al pronto soccorso in preda a contrazioni feroci, insieme ad un borsone rosso dentro cui neanche mezz'ora prima hai buttato la prima camicia da notte e il primo cambio per il giorno dopo trovati nell'armadio.

Sei sempre al settimo mese di gravidanza e una sera hai una gran voglia di pizza, finché, all'improvviso, ti ritrovi su un lettino di ospedale con la fascia per il monitoraggio delle contrazioni attorno al pancione, mentre quell'anima pia della tua dolce metà ti tappa il buco nello stomaco rimpinzandoti di patatine e schiacciatine recuperate alle macchinette a gettoni del piano -1, talmente sollevata dalla notizia di non essere in procinto di dare alla luce il tuo bambino con tanto anticipo che qualsiasi cibo è molto, ma molto meglio della pizza. 

Sei ancora alla fine della 29a settimana e le contrazioni ti fanno vedere le stelle, finché, all'improvviso, non vedi anche i pianeti all'annuncio dell'ostetrica "Le contrazioni da travaglio sono forti almeno il doppio di queste" e inizi ad avere tanto freddo e tanta paura. Poco dopo, ti ritrovi con un referto del pronto soccorso in cui si prescrivono riposo assoluto e l'assunzione di un ovulo di progesterone fino al successivo controllo. Il tuo ginecologo consiglia di aggiungere alla terapia anche 1 compressa di magnesio ogni 8 ore, facendo arrivare a 6 il numero degli integratori da assumere giornalmente (non ho ancora capito se allora devo mettermi la sveglia nel cuore della notte per prendere la compressa di magnesio se è nella notte che cade una delle scadenze delle 8 ore che devono passare tra una somministrazione e l'altra).

Sei reduce da una permanenza in ospedale di cinque ore e, come una sopravvissuta, racconti della tua esperienza ad altre donne in attesa. Sai che ti attirerai l'odio di tutte, ma non puoi trattenerti dal dire: "Ragazze, ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare... Quello che posso dirvi è che mi offro per spedire barili di epidurale a chi di voi intende partorire in strutture che non la utilizzano".

Contestualmente, i tuoi genitori si sono precipitati al tuo fianco e ti rendono i seguenti servigi:
  • cucinare le zucchine dimenticate nel frigorifero, rendendole un piatto prelibato per una cena sontuosa, insieme alla abnorme quantità di focaccia sfornata la mattina stessa nella tua panetteria preferita di Genova;
  • caricare e scaricare la lavastoviglie;
  • sobbarcarsi un pacco di lenzuola da culla da lavare e stirare;
  • progettare una soluzione per rivestire la cassettiera di legno antico che intendi usare come fasciatoio e provvedere prontamente a incaricare dell'esecuzione chi di dovere, ossia un'amica di famiglia che altri non è che la prima persona dopo i tuoi genitori ad aver saputo della tua prossima venuta al mondo;
  • accorgersi che la culla montata qualche giorno prima sta crollando e spremersi le meningi per capire dove stava l'errore, e capirlo prima di te;
  • portarsi via un campione di urine da far esaminare il giorno successivo in laboratorio.

Dopo tutto ciò, attendi trepidante il ritorno della tua dolce metà perché tu hai voglia di farti una doccia, ma sai di aver bisogno della sua assistenza.

E ti ritrovi così, realizzando che, pur sopravvissuta ad una gran strizza, hai trascorso una bella giornata e che aveva proprio ragione quella persona, che ora non c'è più, che un giorno disse "i genitori non è importante solo averli avuti, ma anche averli".

Nessun commento:

Posta un commento